Giulianova. “Il Sindaco piange lacrime di coccodrillo: dice che non ci sono i soldi, bisogna tagliare nel sociale, e non si riescono a corrispondere gli stipendi ai lavoratori delle cooperative”.
Lo ha denunciato Margherita Trifoni, consigliere M5S, aggiungendo: “mentre accusa noi del Movimento 5 stelle di non leggere le carte, proprio scavando nell’albo pretorio del Comune abbiamo scoperto la ciliegina sulla torta. Dopo i costi per il quarto dirigente, doppio segretario del Sindaco, incarichi esterni per attività che potrebbero rimanere benissimo al Comune, indennità e bonus ai dirigenti ogni anno, ecco l’ultima trovata targata Mastromauro: una determina, la n. 205 del 16/03/2016 in cui si liquida a un ex dipendente una indennità per ferie non godute, pari a una somma di 7000 euro. Secondo dall’art. 5, comma 8 del Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95 le ferie, i riposi e i permessi spettanti al personale inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, devono obbligatoriamente essere fruite e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi ferie: la norma parla chiaro”.
Gli attivisti chiedono spiegazioni al sindaco: “Vogliamo credere, visti i numerosi impegni, che Mastromauro non sia riuscito a leggere la determina dirigenziale”.
Il Movimento 5 stelle ritenendo che “la situazione non sia trasparente e per capire se il dirigente stia operando correttamente, invita il Sindaco a intervenire chiedendo un parere alla Corte dei Conti, come già accaduto con la tassa di soggiorno, dove puntualmente è stato smentito, per la sua ignoranza della legge. Nel caso ci sia un errore, si chiede al Sindaco di prendere un provvedimento disciplinare e di adoperarsi al recupero della somma dal dirigente che ha sbagliato, mentre, nel caso in cui avesse ragione il dirigente allora chiediamo parità di trattamento per tutti i dipendenti, visto che a Giulianova è risaputo che i cittadini non sono trattati tutti in egual modo. Per concludere, ci si chiede se, in un momento così difficile di ristrettezza economica, con tagli al sociale imminenti e lavoratori a rischio, non si possano spendere meglio i pochi soldi”.