Alluvione tre anni dopo: il territorio è in sicurezza?

alluvione_tortoretoTortoreto. Alluvione tre anni dopo. Sono trascorsi 36 mesi dalla notte (tra il 6 e il 7 ottobre 2007) del violento nubifragio, che colpì il tratto nord della costa Teramana (da Tortoreto a Martinsicuro), che portò a valle acqua, fango e detriti. Per chi ha vissuto la drammatica esperienza, il ricordo è ancora vivo (e molto attuale, visto quanto accaduto in questi giorni in Liguria e a Prato), ma dopo tre anni i territori costieri sono sicuri?

 

L’alluvione, frutto di cospicue precipitazioni in poche ore, ma anche di incuria da parte dell’uomo che ne ha amplificato gli effetti, ha insegnato qualcosa? O meglio, l’esperienza tragica ha mutato il modo di pensare le cittadine costiere? I paesi (soprattutto Tortoreto e Alba Adriatica) sono in sicurezza di fronte al ripetersi di eventi eccezionali? Domande lecite, alle quali può essere data solo una risposta parziale. In molti, però, alberga la sensazione che il territorio non sia ancora stato messo in sicurezza, anche perché (e questo va detto), negli ultimi decenni è cresciuto anche molto, non sempre in maniera ordinata, e sono necessari interventi radicali e onerosi per ovviare ad una serie di anomalie pregresse. Forse poteva essere fatto di più e meglio come sottolinea Giuliano Marsili, referente dei Verdi. Per quanto riguarda le opere anti-alluvione, molte di queste, sono state al momento programmate ed alcune in fase di realizzazione, e bisogna fare i conti con i finanziamenti che lo Stato centrale ha ridotto rispetto alle previsioni originarie. Tutte le opere, infatti, sono gestite in prima persona dal commissario delegato per l’alluvione (Pierluigi Caputi). Lo studio commissionato dallo stesso commissario prevede altre opere significative, ma anche in questo caso bisogna fare i conti con gli aspetti di natura finanziaria. Nei tre anni sin qui trascorsi si è cercato di garantire la manutenzione e la pulizia di condotte esistenti (alcune delle quali mai oggetto di interventi analoghi in passato). Gli enti locali, pur nelle ristrettezze economiche del caso, devono impegnarsi per trovare fondi utili alla realizzazione di una serie di opere (tra queste c’è la maxi-condotta delle acque bianche di via Veneto, ad Alba Adriatica), che non sono visibili, ma che sono necessarie e soprattutto imprescindibili.

 

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