Tortoreto. Il territorio viene diviso idealmente in otto zone, ciascuna delle quali rappresenterà un diverso quartiere cittadino. La volontà di spianare la strada, non solo sulla carta, ma concretamente alla cosiddetta democrazia partecipata, trova un appiglio nell’approvazione, da parte del consiglio comunale di Tortoreto, del regolamento che istituisce i comitati di quartiere.
Nella seduta dell’assise civica di giovedì sera (che si è tenuta, in maniera straordinaria, nella sede dell’Arit, location confortevole per il pubblico ma anche per la possibilità di proiettare immagini, foto e documentazioni), è stata partorita la delibera che apre la strada alla nascita dei comitati di quartiere. Obiettivi, finalità, caratteristiche e divisione del territorio, sono stati illustrati dall’assessore ai rapporti con il territorio, Luigi Ripani. Il regolamento, al quale ora bisognerà dare applicazione, prevede la divisione del territorio cittadino in otto zone (ora numerate, ma potrebbero anche a ciascun quartiere essere dato un nome meno anonimo). Le mini-municipalità avranno finalità ben precise, ossia quelle di focalizzare l’attenzione sulla problematiche e sulle esigenze del quartiere e gli organi elettivi (un presidente, e otto componenti del consiglio, che saranno eletti dai residenti dello stesso quartiere) avranno la funzione di interagire con l’amministrazione comunale. Le otto zone prevedono la nascita di quattro quartieri al Lido, due nella parte alta del Paese, una che guarda verso la zona Salino, e una che ricomprende alcune frazioni periferiche (Cavatassi, Terrabianca e Colle Luna). Va detto che in ambito cittadino esistono già degli organismi per certi versi identici, nati in maniera spontanea, che in ogni caso potranno collaborare con i quartieri che ora sono stati definiti ed istituzionalizzati. Il singolo comitato di quartiere, relativamente agli organi elettivi, che potranno essere votati dai residenti in maggiore età e dagli operatori economici che hanno le proprietà attività nel quartiere, resterà in carica per 5 anni. Il regolamento, frutto anche di un lavoro propedeutico iniziato alcuni mesi fa, ha incontrato il favore anche delle minoranze, che in sede di deliberazione hanno anche proposto un paio di modifiche (l’obbligatorietà di almeno tre donne nel consiglio direttivo, invece di una, e l’inserimento di un componente straniero aggiuntivo), che però non sono state accolte dalla maggioranza.