“Lo S.T.A.M. – ha spiegato Mercante – è un servizio essenziale per garantire la sicurezza di quelle pazienti con gravidanza a rischio che necessitano di cure a maggior livello di complessità. La recente rimodulazione del percorso nascite messa in campo da D’Alfonso è ben lungi dall’aver assicurato il rispetto di quegli standard qualitativi delle prestazioni previsti nella legge Fazio e nell’Accordo Stato Regioni del 2010. Anzi, la Provincia di Teramo, con la soppressione del punto nascita di Atri, ne è uscita fortemente penalizzata”.
“Ad oggi le ambulanze STAM previste sono solo tre, una per l’ospedale di Teramo, una per Atri e una per Sant’Omero. Basta dare un’occhiata alla cartina geografica della nostra provincia e alla densità della popolazione per comprendere i rischi e l’irrazionalità di non prevederla all’ospedale di Giulianova”.
“In quest’ottica l’assenza del servizio di trasporto materno assistito presso il nosocomio costiero contribuisce a rendere ancora più debole e lacunosa l’assistenza alle partorienti che, in caso di necessità, dovrebbero rivolgersi agli ospedali dell’entroterra. Con tutti i disagi ed i rischi del caso, in aggiunta a maggiori costi visto il raddoppio delle tratte di percorrenza delle ambulanze”.
“Senza dimenticare, poi – ha proseguito Mercante – che l’ospedale di Giulianova è l’unico presidio presente sulla costa abruzzese nel lungo tratto che va da Martinsicuro a Pescara ed è il punto di riferimento per un bacino di possibili utenti che nella stagione estiva arriva a 500.000 presenze”.
“È paradossale, quindi, che, in tutti questi anni, invece di potenziare un nosocomio assolutamente strategico per il nostro territorio la classe politica abbia pensato bene di tagliare reparti, servizi e personale. Mettere, perciò, in campo – ha concluso Mercante – un progetto per restituire al Maria SS dello Splendore un ruolo di primaria importanza dovrebbe essere una priorità all’interno del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera che il governo regionale sarà chiamato, a breve, ad adottare. Iniziare dalla attivazione del servizio di trasporto materno assistito mi sembra un’ottima base di partenza, soprattutto perché il percorso nascite, per come è ad oggi organizzato, è assolutamente carente ed inadeguato”.