Sant’Omero. La piattaforma per il trattamento dei rifiuti, la cui localizzazione era stata individuata a Poggio Morello non si farà. E’ questo l’orientamento dell’amministrazione comunale, dopo l’assemblea cittadina, ma i residenti danno vita lo stesso ad un comitato per dire no all’impianto.
In una lunga e circostanziata nota, infatti, gli attivisti del comitato cittadino raccontano tutto il percorso legato alla vicenda. Dalla convocazione del consiglio comunale dello scorso 10 marzo, al ritiro del punto e alla successivo incontro tra l’amministrazione civica e i residenti della popolosa frazione. Assemblea, poi, che ha prodotto due risultati: nessuna variante al Prg e un no secco del Comune in sede di conferenza dei servizi per il progetto. Che, come è noto, è stato presentato da una società privata, con sede legale ad Alba Adriatica (Magis Energreen) all’interno di uno stabile della zona artigianale.
” In Comune”, spiega Erica Celestini, ex assessore e residente a Poggio Morello, ” da luglio fino ad oggi non vi è traccia di questo progetto. Ragione per cui è venuta meno la possibilità ad un cittadino di poter fare entro 45 giorni osservazioni o contestazioni al progetto. Abbiamo scoperto questo progetto dall’albo pretorio della Regione. Essendo poggese ed ex assessore del Comune mi sono sentita in dovere di informare i miei concittadini di tutto ciò che sarebbe potuto accadere se gli amministratori avessero approvato la delibera”.
La stessa Celestini ricorda la presenza sul territorio di altri impianti analoghi (tra tutti la piattaforma della Poliservice) e fotografa anche l’azienda che ha presentato il progetto, che da visura camerale “sarebbe inattiva”, dice e come oggetto sociale l’esercizio di diverse attività, tra le quali il trattamento e lo smaltimento di rifiuti pericolosi”.
E poi altre considerazioni, su quella che era la proposta originaria, poi nella sostanza mai discussa in consiglio comunale perché di fatto annullata.
Nonostante le rassicurazioni avute dal sindaco Andrea Luzii, è stato costituito il comitato “no piattaforma”, che ha come obiettivo quello di vigilare sui successivi passaggi amministrativi al fine di garantire che la piattaforma non sarà mai realizzata.