Tortoreto. Revocate le deleghe a due assessori della giunta comunale. L’ammutinamento in consiglio comunale (dove la maggioranza, martedì sera, si è ritrovata senza il numero legale) produce effetti immediati.
All’indomani della seduta, infatti, il sindaco Alessandra Richi ha revocato le deleghe agli assessori Renato Chicchirichì (lavori pubblici, ambiente) e Rosita Di Mizio (urbanistica e patrimonio). Motivi politici ben chiari alla base della decisione, anche alla luce di quanto accaduto nelle ore immediatamente precedenti alla seduta del consiglio comunale. Una seduta nella quale la maggioranza si è ritrovata solo con il sindaco Richi e 4 tra assessori e consiglieri (Lanfranco Cardinale, Massimo Tarquini, Arianna Del Sordo e Daniele Marconi). Due degli assessori con le deleghe più “pesanti” in seno all’esecutivo, dunque, vengono messi al momento alla porta in attesa di successivi sviluppi. Va detto che nella seduta dell’assise civica di martedì (dove, tra le altre cose, era in programma l’approvazione dell’atto di indirizzo della esternalizzazione del cimitero e gli orari della movida estiva), si sono registrate diverse defezioni. Non tutte dello stesso peso. Alcune comunicate con anticipo per impegni pregressi, altre dal chiaro sapore politico. Oltre ai due assessori al momento “epurati”, mancava anche Rosella Di Pancrazio (finanze), che però aveva già in precedenza comunicato la sua assenza per altre ragioni. Stesso discorso per il consiglieri Dolores Cimini (presente in Comune in prima convocazione) e per Fabrizio Di Febo, assente per motivi di lavoro.
Da mesi, e la cosa era nota ai più, in seno al gruppo di maggioranza si è creato un dualismo che fazioni diversi. Rapporto di forza quasi identici. Il consiglio comunale di martedì ha portato allo scoperto questa sorta di scollamento, con relativo effetto politico, prodotto dal ritiro delle deleghe. Cosa accade ora? Gli scenari possono essere diversi anche perché il sindaco rischia di non avere più una maggioranza, come l’assise l’assise civica di martedì ha dimostrato.
Un chiarimento politico è necessario, per evitare anche di paralizzare l’attività amministrativa in una fase che precede l’approvazione del bilancio di previsione.