Tortoreto. Esternalizzazione dei servizi cimiteriali, nuove tariffe per lo stesso servizio, orari della movida estiva.
Tre argomenti, importanti ma sui quali la visione non è comune, e che segnano nella sostanza la prima vera crisi in seno alla maggioranza che guida il Comune di Tortoreto. La considerazione appare sin troppo scontata dopo l’esito del consiglio comunale dove la maggioranza si è presentata a ragni decisamente ridotti.
Appena 4 consiglieri comunali (Massimo Tarquini, Arianna Del Sordo, Lanfranco Cardinale e Daniele Marconi), oltre al sindaco Alessandra Richi. Pochi per garantire il numero legale e per approvare i punti all’ordine del giorno i 3 già descritti) che hanno causato uno strappo tale da non consentire agli altri 7 tra assessori e consiglieri di disertare la seduta. Troppe defezioni in una volta sola per non parlare di caso politico. Spaccatura? Di sicuro sui temi in discussione. D’altro canto già la seduta in prima convocazione era saltata (ufficialmente per un problema all’impianto di registrazione della seduta). Le 24 ore di tempo non hanno mutato lo stato delle cose e in aula, nella fila della maggioranza, si sono presentati appena in 5. Che nel gruppo di maggioranza, da mesi, si fossero creati due gruppi che non mancano di marcare le proprie differenze, era noto ai più.
Di sicuro, non avallare le scelte politiche dei colleghi, nell’assise civica non presentandosi alla seduta, appare un segnale politico molto chiaro. Ipotizzare chissà quali scenari da qui a breve, appare fantapolitica, anche perché poco più di un mese fa la maggioranza, in maniera compatta, ha votato l’adozione del nuovo piano regolatore. Di certo, il segnale lanciato dagli “assenti” (tra loro anche tre assessori, Renato Chicchirichì, Rosita Di Mizio e Rosella Di Pancrazio) non va sottovalutato. Per la cronaca l’assise civica si è regolarmente aperta, visto che almeno inizialmente il numero legale è stato assicurato dalla presenza di tre consiglieri di Tortoreto nel Cuore (Flaminio Lombi, Mauro Postuma e Roberto Celi). La minoranza si è fatta due conti, ha chiesto ed ottenuto di anticipare la discussione del tema più urgente: la deroga ai titolari di autorizzazioni dei giochi sull’arenile, in modo da poter aprire le rispettive attività entro Pasqua. La deroga è stata votata e concessa, poi i tre esponenti di minoranza hanno lasciato l’aula, senza commenti politici. Ma il segnale è stato chiaro. Al segretario comunale, a quel punto, non è restato altro che constatare la mancanza del numero legale (servivano 6 consiglieri) e la seduta è stata sciolta. Poco male, verrebbe da dire. I regolamenti in approvazione potranno essere riproposti. Il nodo politico emerso, però, va affrontato e risolto.