“La seduta odierna della Commissione vigilanza, con l’audizione del DG della Asl di Teramo e del Sindaco di Atri, ha permesso di mettere in luce ulteriori elementi di criticità del piano di riorganizzazione del sistema sanitario messo in campo dal Governo regionale”.
É quanto affermato dal Consigliere regionale del M5S, Riccardo Mercante, che è tornato ad occuparsi della chiusura del punto nascita di Atri.
“In un’ottica di riorganizzazione della rete assistenziale – ha precisato Mercante – che sia effettivamente ispirata al miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi, la chiusura dei quattro punti nascita di Atri, Ortona, Penne e Sulmona, confermata pochi giorni fa dal CPNR, non è certamente di alcuna utilità, ma, anzi, va ad impoverire pesantemente il nostro sistema sanitario. Un taglio voluto fortemente da questo Governo regionale che sembra più ispirato dalla volontà di ridurre le spese a tutti i costi ed in maniera indiscriminata piuttosto che da una attenta analisi e studio delle criticità della rete ospedaliera e dei bisogni dei cittadini abruzzesi e del territorio. Una decisione calata dall’alto che non tiene assolutamente conto, come nel caso del punto nascita di Atri, del rispetto di quegli stessi parametri e standard di sicurezza previsti nell’Accordo Stato-Regioni del 2010, invocati dal CPNR per giustificare una politica di tagli alquanto discutibile.
Né può bastare a garantire il rispetto di adeguati livelli di assistenza e sicurezza – ha continuato Mercante – la attuale organizzazione dello STAM, il servizio di trasporto assistito materno, che dovrebbe essere talmente efficiente da compensare la chiusura dei quattro punti nascita, dato che, come emerso oggi in commissione, siamo ancora lontani da una piena copertura del territorio visto che tale servizio risulta attivo solo nell’entroterra, a Teramo, Atri e Sant’Omero, e completamente assente nel presidio ospedaliero di Giulianova, unico nosocomio della costa teramana destinato a raccogliere il bacino di utenza più ampio dell’intera provincia. Una lacuna gravissima che rischia insieme alla chiusura del punto nascita di Atri, e come la recente esperienza della piccola Noemi, nata d’urgenza al San Liberatore, ci ha insegnato, di aggravare, anziché, migliorare, la tutela di mamme e bambini.
L’assenza, poi, di tutti i Consiglieri della provincia di Teramo, compreso lo stesso Monticelli, in una riunione che è stata convocata per discutere della situazione del San Liberatore dopo la chiusura del punto nascita, la dice lunga sul loro grado di interesse nei confronti del proprio territorio e dei propri cittadini.
Un altro passaggio importante, adesso, – ha concluso Mercante – come da noi espressamente richiesto, sarà quello di audire il Commissario dell’Asr, Mascitelli, per verificare quali misure sia possibile intraprendere per garantire nel percorso nascita, alla provincia teramana e a tutto l’Abruzzo, livelli di sicurezza ed assistenza che siano realmente adeguati ai fabbisogni dei cittadini”.