Un progetto che ha radici lontane, quello della diga di Bisenti sul fiume Fino e che, per una serie di vicissitudini non ha mai trovato concretezza. Per questo l’onorevole Gianni Melilla ha presentato un’interrogazione a risposta orale al Ministro delle Infrastrutture, Graziano Del Rio, per chiedere la realizzazione di quest’opra che rappresenterebbe “una priorità fra le infrastrutture della Regione Abruzzo, tanto più che l’opera è immediatamente appaltabile, previo rapido aggiornamento dovuto al tempo trascorso dalla sua approvazione, e inoltre consentirebbe di mobilitare in tempi molto rapidi somme rilevanti in un territorio soggetto ad una crisi economica ed occupazionale gravissima”.
Il progetto, risalente agli anni ’60 che coinvolgerebbe i comuni di Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti, Elice, Città Sant’Angelo, Montesilvano, consisterebbe nella costruzione di una diga che dovrebbe dar luogo a un bacino acquifero, il lago di Bisenti. Ma, nonostante la costituzione di una apposita società, il progetto non è mai partito. Eppure a suo tempo, era stato approvato da tutti gli Enti e da tutte le autorità preposti e finanziato dalla Cassa per il Mezzogiorno per un importo complessivo di circa 57 miliardi di lire. L’opera, poi, era stata appaltata nel 1984 all’impresa appaltatrice per un importo di oltre 36 miliardi di lire e, nel 1987, era stata assegnata agli enti e ai comuni interessati la concessione di derivazione dell’acqua, con l’acquisizione delle aree demaniali da invasare.
Poi dapprima fu fatta una perizia di variante e suppletiva nuovamente approvata e successivamente, con lo scioglimento della Cassa del Mezzogiorno, il Ministero ha provveduto alla risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice. In seguito agli espropri dei terreni, per un ammontare complessivo di sette miliardi di lire, si è provveduto a realizzare la forestazione perilacuale di 90 ettari di terreno ed è stato realizzato un ponte sul fiume Fino.
Nel 2001 il CIPE, ha inserito la realizzazione della “Diga sul fiume Fino a Bisenti” nel “Programma sistemi idrici – Interventi per emergenza idrica nel Mezzogiorno”. La realizzazione dell’opera, che permetterebbe l’erogazione di 3,5 milioni di metri cubi di acqua potabile (111 litri/secondo), di 3,5 milioni di metri cubi ad uso industriale (111 litri/secondo) e la produzione di circa 1.500.000 kwh di energia elettrica, risolverebbe in maniera drastica e definitiva i danni arrecati alle valli del Fino e del Saline dalle inondazioni ricorrenti, con grave danno per il territorio e notevole rischio per l’incolumità degli abitanti della zona.
“La rilevanza dell’opera a livello regionale è”, dice Melilla, “evidente e la sua ricaduta economica e occupazionale sarebbe immediata in ordine agli aspetti turistico-ecologici della grande vallata dei fiumi Tavo-Fino-Saline, alla disponibilità di acqua per uso multiplo (irriguo-potabile-industriale-artigianale e per l’itticoltura), alla produzione di energia elettrica da fonti non inquinanti, alla eliminazione dei danni ricorrenti dovuti alle esondazioni dei sunnominati fiumi”.
Inoltre, secondo l’onorevole, il progetto iniziale aveva previsto riflessi occupazionali rilevanti e l’avvio dei lavori “porrebbe fine alla assurda spesa infruttifera fin qui realizzata”.