Secondo Di Febo, infatti, per salvare la città di Silvi dallo scoppio di una “bolla edilizia” di carattere speculativo, è necessaria una riqualificazione edilizia, energetica ed estetica.
“Serve dare maggiore spazio alla partecipazione dei cittadini” spiega meglio il coordinatore provinciale, “che hanno il diritto di essere protagonisti del miglioramento di Silvi. In quest’ottica, per le opere pubbliche che verranno realizzate attraverso i cosiddetti accordi di programma, occorre prevedere la possibilità di indire da una parte i “concorsi di idee”, in modo che il progetto prescelto possa essere sempre più vicino alle attese di qualità espresse dai cittadini inserendoli contestualmente nel programma triennale delle opere pubbliche, dall’altra coniugando il principio della trasparenza amministrativa, espletando le gare di appalto per l’assegnazione dei lavori”.
Soltanto in questo modo, sostiene Di Febo, è possibile evitare quanto accaduto con la realizzazione della scuola con la lottizzazione Le Dune, “dove” sottolinea il coordinatore “si è sviluppato un vero e proprio accordo di programma “mascherato” con una variante al piano di lottizzazione, su cui la Procura della Repubblica di Teramo sta indagando. Con questo metodo si opera un passaggio dall’urbanistica “contrattata”, cara al sindaco Vallescura, ad una urbanistica partecipata che rende i cittadini protagonisti nell’amministrazione della propria città. Si rischia altrimenti che gli accordi di programma diventino solo una presa d’atto delle attese dei costruttori e vengano semplicemente ratificati in consiglio comunale, svuotando di fatto il ruolo dell’organo istituzionale nonché le esigenze reali dei servizi della nostra città”.