Continua a generare prese di posizioni, anche politiche, la scelta dell’ex commissario Redigolo, che nei mesi scorsi aveva fissato di non prevedere, per l’attuale stagione estiva, i presidi di medicina turistica sul litorale teramano. Il taglio del servizio, in linea teorica, potrebbe essere inquadrato con la volontà di ridurre i costi della sanità, anche se ne caso di specie la decisione non sembra avere ricadute economiche (il costo di questa struttura, se funzionasse, potrebbe essere quasi azzerato dal momento che, secondo dati degli anni precedenti, il ticket pagato attraverso il turista che ne usufruisce, supera il 70% del costo del servizio), ed anzi priva il turista di un servizio che rientra nel cosiddetto concetto di ospitalità ed accoglienza. Senza l’attivazione di tale servizio sulla costa, va considerato anche il fatto che questo andrebbe a favorire gli ospedali marchigiani poiché, i turisti presenti in Val Vibrata, potrebbero trovare più agevole utilizzare gli ospedali di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto aumentando la mobilità passiva e accrescendo il deficit, invece che ridurlo, della Asl e producendo oltremodo un disservizio tanto agli ospiti quanto agli operatori della costa (che nel frattempo si sono attivati in maniera autonoma, con il progetto “Pronto medico”). “Mi sono rivolto a Chiodi e a Molinari – spiega il consigliere Emiliano Di Matteo – e confido nella loro sensibilità su questo argomento. Il problema è nato da una decisione dell’ex commissario Redigolo e quindi va presa in considerazione la revoca di tale provvedimento. Infatti, trovo la scelta dell’ex commissario sbagliata tenuto conto che se lo scopo della Regione Abruzzo è quella di de-ospedalizzare il nostro sistema sanitario, potenziando altresì la medicina sul territorio invece, si è ottenuto un risultato esattamente contrario con la prospettiva di non conseguire neppure un risparmio economico a fronte di un pesante disservizio”.