Ad essa si oppongono i precari dell’ente provinciale, che, in una nota, fanno sapere il proprio disaccordo sulla scelta di concludere i processi di stabilizzazione in atto, mandando a casa un centinaio di lavoratori.
“Siamo noi i precari che da dieci anni lavorano in Provincia” spiegano in proposito. “Precarissimi prima, con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Precari poi, a seguito dei concorsi e del passaggio al lavoro dipendente a tempo determinato. Il nostro percorso di stabilizzazione è stato fermato dalla giunta Catarra con la motivazione che non ci sarebbero i soldi per assumerci. E, allora, con quali fondi lavorerà la società in house? E come sarà pagato il famigerato “amministratore delegato”, ovvero l’ennesimo “dirigente” dell’Ente? Tutti i servizi che dai precari sono stati gestiti in questi anni di successi e premi per l’eccellenza saranno svenduti ad una società che avrà 10 mila euro di capitale sociale? Così poco valgono il lavoro e la dignità dei precari? Precari che il presidente si ostina a definire “lavoratori a termine”. Noi non siamo “a termine”, siamo precari come i lavoratori di quelle aziende private – questo è il paradosso – per i quali la Provincia si è spesa e si sta spendendo sostenendo a gran voce la necessità di salvaguardare il loro futuro. Cosa abbiamo di diverso?”.
A sostegno della loro tesi, i precari portano l’insofferenza dei dipendenti di ruolo che, stando a quanto raccontato, sarebbe il frutto di un “processo di annichilimento completo”. Il riferimento è al presunto progressivo svuotamento di funzioni e servizi, che con buone probabilità sarenno man mano gestiti dalla nuova società.
“La verità poi ha altri testimoni: i sindacati” continuano i precari. “Che, per “eccesso di trasparenza”, venerdì scorso sono stati convocati dall’Eente in una riunione in cui si sono sentiti dire che la società in house non sarà oggetto di concertazione. Come è possibile che decidere il destino di funzioni, ruoli e personale della Provincia non sia un’attività da concertare con i sindacati? Domani si celebrerà il funerale dell’ente Provincia di Teramo e contestualmente nascerà la società in house, la “Provincia di Teramo 2”, libera finalmente da orpelli burocratici, lungaggini amministrative, dipendenti scontenti, gare di appalto e concorsi pubblici e, quindi, efficiente, efficace ed economica. Vi aspettiamo fuori dalla Sala del Mutilato. Per favore, non fiori, ma opere di bene”.