Teramo, il Pd a Renzi: “Matteo, devi scusarti”

Teramo. Dopo la battuta di ieri a L’Aquila, il Pd teramano chiede al premier Matteo Renzi le scuse.

“Caro Matteo – scrivono – devi scusarti per la battuta, perlomeno infelice, pronunciata ieri a L’Aquila e relativa alla presenza di tifosi del Teramo Calcio che protestavano per la ipotesi di retrocessione in serie D.

Devi scusarti perché la città sta vivendo mesi di grande tensione per le vicende legate alla squadra e all’obiettivo della serie B mai raggiunto in 102 anni di storia, un obiettivo dai risvolti non solo sportivi ma anche economici e sociali che sta sfumando sotto i colpi di una giustizia sportiva perlomeno approssimativa.

Devi scusarti perché il giudizio sulle sorti del Teramo è ancora aperto e siamo in attesa dell’udienza di appello che ci auguriamo faccia finalmente chiarezza e giustizia.

Devi scusarti perché a Teramo ci sono tutte le sfumature del biancorosso, dai tifosi più appassionati a chi si disinteressa del calcio, ma tutti tengono alla città e alla teramanità.

Devi scusarti perché nel giorno in cui annunci l’abolizione dell’IMU e della TASI le locandine dei giornali della nostra città sono invece dedicate alla tua sgraziata affermazione sui tifosi.

Devi scusarti perché i cittadini teramani, stanchi di essere chiamati “furbetti” dal loro sindaco, non hanno certamente bisogno di qualcun altro che li prenda in giro.

Noi del PD di Teramo prendiamo le distanze dalla tua “leggerezza” di ieri e ribadiamo ancora una volta che l’intera comunità ha diritto alle tue scuse”.

 

A Renzi ha risposto anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi.

“Inaccettabili ed offensive le dichiarazioni con le quali il Presidente del Consiglio Matteo Renzi nel corso della sua visita a L’Aquila ha desiro, ed irriso, le difficili e controverse vicissitudini della Teramo Calcio che, proprio in queste ore, vedrà fatta chiarezza sul proprio futuro calcistico.

Inaccettabili ed offensive per Teramo, per i teramani, per una splendida tifoseria, e per tutto un territorio che in queste settimane, in particolare in queste ore, vive con tutta la passione possibile, e anche con le apprensioni e tensioni del caso, le vicende del Teramo Calcio, squadra gloriosa con alle spalle una storia lunga oltre cento anni di grandi emozioni.

Una città, Teramo ed i suoi cittadini, i teramani, che si sono stretti con forza ed affetto incondizionato ai colori biancorossi.

Per questo le parole arrivate dal Premier Renzi non possono non suonare offensive e non suscitare in noi tutti una grande amarezza: una evidente caduta di stile, questo Suo inciso che ha condito gli ennesimi annunci relativi ad una ipotetica abolizione delle imposte nazionali (TASI e IMU) destinatari in primis, oltre i cittadini, quegli stessi Sindaci già ridotti da tempo allo sgardito ruolo di esattori per conto del Governo.

Non posso che ripetermi, davvero una inaccettabile caduta di stile per un Primo Ministro che a L’Aquila, ma era già accaduto precedentemente altrove, ha del resto rifiutato il confronto diretto con la gente; così come un’ombra di sgradevolezza non può risparmiare quei rappresentanti politici locali presenti al momento delle gravi dichiarazioni del Premier e dai quali non è salita una sola voce di distinguo.
Un comportamento che stride, felicemente,  con quello che in questi mesi ha invece contraddistinto il Governatore Luciano D’Alfonso per la sensibilità e l’operativa concretezza messe in campo proprio per assicurare le giuste condizioni affinché  la squadra biancorossa potesse affrontare il prossimo Campionato della conquistata Serie B nel proprio Stadio “G. Bonolis”.

Se dichiarazioni a dir poco imbarazzanti come queste rese dal Presidente del Consiglio fossero state indirizzate, ad esempio, alla blasonata squadra  della Fiorentina quando Matteo Renzi era ancora Primo Cittadino di Firenze, e quelle parole le avesse pronunciate l’allora Premier Silvio Berlusconi, quali sarebbero state a parti inverse le Sue reazioni? Da Teramo, dai teramani, dalla tifoseria tutta non può quindi che arrivare, con tutta la forza e l’orgoglio del caso, la richiesta di pubbliche scuse”.

Maurizio Brucchi – Sindaco di Teramo

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