Roseto. “I campi sportivi delle nostre frazioni sono in uno stato di completo abbandono e degrado. Prendiamo ad esempio quello di Campo a mare: attualmente senza affidamento, pieno di erbacce e rifiuti, con gradinate fatiscenti ed ogni genere di lordura immaginabile”.
Lo ha denunciato il circolo rosetano di SEL, ricordando che “nel programma elettorale del sindaco Pavone, si prometteva ai cittadini l’adeguamento, il potenziamento e la costruzione di nuove strutture nelle frazioni. A distanza di 5 anni da quelle vane promesse, ci ritroviamo con strutture in rovina, depotenziate e senza una benché minima soluzione plausibile per far fronte a questa vergognosa situazione. L’assessore allo sport Mirco Vannucci, che cosa ha da dire in riguardo? Non può accusare ‘gli Altri’ essendo stato in maggioranza nella precedente amministrazione. In cinque anni ha completamente dimenticato che lo sport si pratica in luoghi idonei, e che per le frazioni i campi sportivi sono dei veri e propri spazi di socialità. La giunta Pavone si nasconderà per l’ennesima volta dietro la fragile foglia di fico del ‘patto di stabilità’, ripetendo che non ci sono soldi per simili lavori? Basta dare un’occhiata alle delibere comunali per vedere quanti soldi vengano praticamente ‘regalati’ mediante le consulenze esterne per rendersi conto che lo stato di degrado delle frazioni è imputabile solo ed esclusivamente ad una visione distorta e perversa dell’amministrazione della cosa pubblica”.
Per SEL “lasciare i campi sportivi in stato di degrado vuol dire colpire al cuore le frazioni, negare ai suoi residenti la benché minima possibilità di socializzazione, costringere i più giovani a spostarsi persino per trascorrere qualche ora di tempo libero. Questo in futuro non dovrà più accadere. Il ruolo della politica, in questa fase storica, dovrebbe incentivare la socialità invece di reprimerla; dovrebbe rispondere al bisogno di aggregazione che emerge nei quartieri piuttosto che favorire la trasformazione degli stessi a zone-dormitorio. Le strutture sportive secondo noi dovrebbero essere affidate in concessione direttamente ad organizzazioni create dagli abitanti delle rispettive zone. Ma l’attuale maggioranza non ha alcun interesse ad attivare simile pratiche, perché le teme. Altrimenti, non potremmo comprendere – conclude – nemmeno la miopia di certe scelte”.