Roseto. Dopo il Consiglio comunale in cui è stata presentata e descritta la “bozza” del nuovo Piano Regolatore Generale del Comune di Roseto, il “Popolo di Roseto” interviene per evidenziarne le incongruenze progettuali e la forma irrituale seguita.
L’amministrazione avrebbe dato l’incarico di redigere il PRG nel 1997, ma solo nel 2004, all’approssimarsi cioè della campagna elettorale, avrebbe presentato il piano strategico. “A distanza di 13 anni” spiega il “Popolo di Roseto”, “nel 2010 ripete in maniera analoga la stessa modalità, presentando solo un “bozza” proprio a ridosso delle prossime amministrative 2011. Inoltre, prima che gli stessi consiglieri prendessero visione della documentazione, veniva presentata a Matera e solo successivamente alla cittadinanza del Comune di Roseto, mostrando così scarsa considerazione dei cittadini e del Consiglio Comunale”.
Sembra che, nell’esposizione del PRG, non siano state previste delle indicazioni funzionali per consentire ai cittadini interessati di dare il loro contributo, venendo così a mancare, secondo il movimento, la cosiddetta “democrazia partecipata”.
Inoltre, l’esposizione fatta in Consiglio comunale non sarebbe entrata nel particolare, mostrando solo degli aspetti di carattere generale senza evidenziarne le reali criticità e necessità di urbanizzazione. “L’urbanistica non è uno strumento per il perseguimento degli interessi personali” reagisce, dunque, il “Popolo di Roseto”, “ma bensì per lo sviluppo del territorio in favore di tutti i cittadini. Alcune delle proposte presentate risultano interessanti, ma mostrano in maniera evidente il loro carattere utopico, di difficile realizzazione e integrazione nella realtà territoriale, in mancanza di risorse rimarranno scritte solo nel libro dei sogni”.
Stando a quanto sostenuto dal movimento, anche nella redazione del PAN (piano di assetto naturalistico del Borsacchio) sarebbero stati previsti 50.000 mq di superficie edificata, contrariamente alle indicazione dei cittadini che chiedevano un maggior rispetto dell’ambiente e della naturale evoluzione del territorio. “Questo” commenta a riguardo il “Popolo di Roseto” “ci pone di fronte al ragionevole dubbio che le stesse scelte siano state fatte anche nella redazione del PRG. Nell’esempio di via Makarska le previsioni auspicate erano quelle di realizzare sul territorio una nuova area di sviluppo turistico-ricettiva. Nella realtà il risultato ottenuto non ha raggiunto l’obiettivo ed ha trasformato la zona da turistica in un dormitorio paragonabile al quartiere piomba di Silvi”.
Se questo modello, si chiede allora il movimento, venisse trasportato su tutto il territorio di Roseto, quali sarebbero i risultati?
Secondo il “Popolo di Roseto”, le modalità di perequazione proposte sulla bozza di piano dovrebbero essere stabilite da un organo sovraordinato al di fuori dell’amministrazione locale, quindi di ambito provinciale e regionale. “Non possiamo lasciare l’onere della decisione ai consiglieri comunali” commenta in merito, “che si troverebbero in un evidente conflitto di interessi difficilmente gestibile. Rispetto ad altre città amministrate dal centrosinistra, si è riscontrato un atteggiamento superficiale di Di Bonaventura che ha evidenziato una incoerenza formale per le scelte strategiche e di iter perseguite”.