Atri. “Chi si è fatta ‘parte per se stesso” e, per questa ragione, si è autocandidato all’irrilevanza politica è spesso costretto ad abbaiare alla luna alla ricerca di visibilità. E’ questo il caso del Direttivo Cittadino di Abruzzo Civico con il recente manifesto La coerenza delle parole e delle azioni. Lo scritto, allora, non meriterebbe alcuna risposta, ma siccome potrebbe ingenerare nella pubblica opinione alcuni equivoci, a motivo della provocazione, falsa ed ingenerosa, nei confronti del Partito Democratico a proposito della chiusura di alcuni punti nascita, tra i quali quelli del nostro Ospedale, è necessario prendere posizione, una volta per tutte, per dire a chiare lettere che, sulla faccenda, non accettiamo lezioni di coerenza da nessuno, men che meno se vengono da certi pulpiti”.
Lo ha dichiarato il PD Atri che “è stato protagonista, anche questa volta, di una forte azione di contrasto contro il provvedimento che decreta la chiusura, tra gli altri, del punto nascita del nostro ospedale. Il PD ha operato senza reticenze e timidezze di appartenenza: sul piano strettamente politico, in sinergia con il Consigliere Regionale Monticelli, con prese di posizione, ben note e pubbliche, per non parlare del confronto aspro, al limite della fisicità, di alcuni esponenti del P.D. di Atri con l’Assessore Paolucci; sul piano più propriamente istituzionale, in sede di Commissione Consigliare deputata e in Consiglio Comunale, dove i rappresentanti del P.D. hanno preso le distanze, in termini netti, crudi e chiari, da chi ha voluto quel provvedimento. Questa azione politica ed istituzionale ha contribuito all’elaborazione di una piattaforma comune votata all’unanimità da tutto il Consiglio Comunale che contemplava, prima ancora che il famigerato decreto fosse emanato, il ricorso al TAR contro la soppressione. Così è stato perché (all’opposto di quanto avvenuto in passato, quando la Giunta Astolfi non ha mosso un dito contro i plurimi tagli del Governatore Chiodi, spingendo il Comune di Pineto ‘Sindaco Monticelli’ con il sostegno dei Consiglieri di minoranza di Atri, Pineto e Silvi a innumerevoli ricorsi amministrativi) in questa circostanza, per la prima volta, il Comune di Atri ha impugnato il decreto di chiusura. Dunque, si ripete, per la prima volta, il Comune di Atri, tutta l’istituzione, l’intera comunità hanno promosso l’azione per ottenere l’annullamento previa sospensione del Decreto”.
Quindi il PD come “componente propulsiva di questa azione, diversamente da quanto accaduto in passato, non doveva fare proprio nulla sotto questo aspetto, al contrario di quanto vorrebbe far credere Abruzzo Civico, in maniera tanto subdola quanto maldestra. Abruzzo Civico di Atri, invece, si è solo accodato con un intervento ad adiuvandum, insomma con una furbata propagandistica che lascia il tempo che trova. Una parola sul Consigliere Regionale Luciano Monticelli, solo per ricordare agli immemori che, recentemente, l’ex Sindaco di Pineto ha votato, consentendone l’approvazione, una deliberazione proposta dalle opposizioni contro la chiusura dei punti nascita, mostrando, come sempre, sensibilità e coraggio civile non comuni.
Chi ignora questi fatti o non conosce le vicende politiche atriane (e non è una scusante ma, semmai, una aggravante), oppure è politicamente in mala fede, perché nessuna esigenza di pubblicità a buon mercato giustifica il tono del redattore del manifesto, al cui indirizzo rimandiamo l’accusa di ingannare il prossimo, invitandolo, per il futuro, a misurare con maggiore applicazione il linguaggio. Abruzzo Civico ce l’ha con l’universo mondo cercando di far dimenticare di essere stata parte integrante, anche a livello locale, della coalizione a sostegno di Luciano D’Alfonso, più volte in Atri durante la campagna elettorale per la candidata locale di quella lista. Diceva il saggio ‘a pensare male si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre’ e a noi, a proposito degli inganni di cui si dice, viene da pensare che il manifesto in questione sia dettato anche dal sordo rancore per la mancata attribuzione a qualcuno di qualche strapuntino di sottogoverno. Se è così, quel qualcuno se ne faccia un ragione ed indirizzi comunque altrove il suo cupo risentimento”.