Giulianova. “Non sono stato cacciato dal partito, ma sono andato via io, di mia spontanea volontà dopo aver visto ciò che sta accadendo nel Pdl di Giulianova. Questa classe di dirigenti non andrà da nessuna parte e Forza italia non avrebbe mai dovuto unirsi ad Alleanza nazionale per dare vita ad un unico soggetto politico”. E’ in sintesi il pensiero di Mimì Di Carlo, noto personaggio politico di Giulianova, prima vice sindaco e per un periodo anche sindaco facente funzioni della città rivierasca. Nei giorni scorsi era stato tirato in ballo dal Partito democratico locale che aveva bacchettato il Pdl per alcune iniziative e tra queste anche l’allontanamento di Di Carlo, oggi consigliere comunale indipendente.
Di Carlo ha tenuto a precisare che non è stato il Pdl ad allontanarlo ma che è stata una sua scelta precisa quella di uscire dal partito “schifato da alcune situazioni e dalla classe dirigenziale”. E non le manda certo a dire quando punta il dito contro il senatore Paolo Tancredi che lo stesso Di Carlo aveva appoggiato qualche anno fa nella campagna elettorale per le elezioni regionali.
“E’ lui il principale artefice della situazione che si è venuta a creare a Giulianova all’interno del Popolo delle Libertà“, sostiene Mimì Di Carlo, “non ha fatto nulla affinché il partito si sgretolasse in questo modo”.
C’è molta amarezza nelle parole di Di Carlo che ricorda come a metà degli anni ’90 riuscì a portare dal nulla un movimento politico, Forza italia, ad essere il primo partito a Giulianova, città considerata feudo e roccaforte della sinistra. Quel partito non c’è più e Di Carlo non si riconosce in questo gruppo dirigenziale, pur confermando di essere un uomo fedele a Silvio Berlusconi.
“Il senatore, per grazia ricevuta, Tancredi non ha fatto nulla per impedire ciò che è accaduto a Giulianova”, prosegue ancora l’esponente politico giuliese, “Avrebbe dovuto chiamarci tutti quanti e rinsaldare le fila, smussando le polemiche. Ed invece se n’è fregato altamente. Sono pentito di aver fatto la campagna elettorale a Tancredi. Avrei dovuto appoggiare Bruno Sabatini e forse avremmo avuto un giuliese a rappresentarci. Per quanto riguarda Alleanza nazionale, mai Berlusconi avrebbe dovuto dare l’assenso alla fusione dei due partiti. An ha un’altra storia, altre radici. E infatti, a livello nazionale, ma anche locale, è il partito che più ostacola Berlusconi. Anzi, pare proprio che l’opposizione al Governo la facciano quelli di An”. Per quanto riguarda, invece, la sua posizione in consiglio comunale, Di Carlo conclude dicendo che farà un’opposizione costruttiva, che approverà quelle iniziative che sono un bene per la città, ma sarà anche pronto a dare battaglia se sarà necessario.
Lino Nazionale