Silvi. Non si è fatta attendere la replica dell’amministrazione comunale di Silvi in riferimento alle dichiarazioni del coordinatore provinciale di Sinistra e Libertà Tommaso Di Febo in merito alla lottizzazione di una parte della collina cittadina, zona Panetta. Attraverso un documento l’amministrazione guidata dal Sindaco Gaetano Vallescura traccia anche un quadro storico della situazione.
“Il consiglio comunale di Silvi nel 2000, anno in cui a capo dell’amministrazione c’era il sindaco Giuseppe Di Febo, oggi facente parte di Sinistra e Libertà (padre dello stesso coordinatore Tommaso Di Febo)”, si legge nella nota, “bocciò in sede di approvazione definitiva del Piano Regolatore la lottizzazione in questione al fine di salvaguardare una zona sottoposta a tutela paesaggistica. Il lottizzante impugnò la delibera di approvazione del piano regolatore e ad oggi, con sentenza numero 41 del marzo 2009 il Tar Abruzzo ha accolto il ricorso del lottizzante, condannando il comune a pagare le spese legali”.
Così come riporta la sentenza, l’esistenza di un vincolo paesaggistico non costituisce ragione ostativa all’edificazione dei suoli ed inoltre rileva clamorosamente come il consiglio comunale di allora diede una diversa previsione, dunque approvando un piano di lottizzazione, all’area attigua di quella invece bocciata, generando così una disparità di trattamento.
“Se, infatti, si bocciò la lottizzazione Panetta in questione”, prosegue la nota, “destinando l’area a terreni agricoli e sostenendo che la zona aveva valore paesaggistico, non si capisce perché a quella vicina era stata invece concessa di fatto l’edificabilità. A questo punto il legale dell’ente ha evidenziato che questa pianificazione attuata dall’amministrazione di centro sinistra risulti del tutto immotivata e addirittura con palesi profili di illogicità rilevati proprio dal Tribunale Amministrativo Regionale“.
Inoltre, sempre a parere del legale, non ci sono le condizioni per interporre appello, ma è necessario che si tenga conto della decisione del Tar in sede di approvazione della variante al Prg. Dunque un ricorso in Consiglio di Stato sarebbe inopportuno e andrebbe a gravare maggiormente alle tasche di tutti i cittadini a causa di un errore di pianificazione dell’allora amministrazione comunale di centro sinistra. “Due pesi, due misure”, conclude l’amministrazione comunale, “chi dovrebbe vergognarsi? Il nostro ruolo, in questa vicenda insomma, è quello di far rispettare leggi e sentenze dello Stato italiano e la sinistra farebbe meglio a fare meno demagogia e più opposizione costruttiva”.