Teramo. The day after le dimissioni di Giovanni Mattucci da presidente della Teramo Ambiente, torna a parlare il Partito Democratico.
Perché se ieri era intervenuta sull’argomento Manola Di Pasquale, oggi è la volta di Gianguido D’Alberto, capogruppo del Pd in Consiglio Comunale. “La scorsa seduta del CDA, con l’approvazione forzata della nuova pianta organica, oltre a confermare la totale assenza di trasparenza e di coinvolgimento delle forze sindacali, ha fatto registrare l’ultima, intollerabile violazione dell’interesse generale al buon funzionamento della società che dovrebbe essere rappresentato in primo luogo dal Presidente il quale è stato di fatto messo all’angolo di fronte alla richiesta di “maggiori approfondimenti” e che è stato sfiduciato addirittura dall’altro componente di parte pubblica, che, stando alle parole del Dott. Mattucci, ha votato in difformità dal suo Presidente ‘evidentemente seguendo disposizioni in tal senso’ – afferma D’Alberto – La parte pubblica si è così spaccata, sintomo inequivocabile dell’assenza di una chiara linea strategica politica di questa amministrazione che sia volta al bene della società ma soprattutto del fatto che l’organo amministrativo della società sia ormai diventato il terreno di scontro tra le forze politiche di maggioranza e il mesto teatro di una crisi politica del centrodestra che appare ormai irreversibile”.
“Il sindaco Brucchi dovrebbe dare delle risposte chiare e precise a tante domande – prosegue – e non trincerarsi dietro la speranza di salvare la faccia sfruttando la drammatica occasione per procedere solo ora alla nomina di una donna nel CDA che, in ogni caso, non gli consentirà di sanare la situazione di illegittimità nella quale l’organo ha operato fino ad oggi derivante dalle sue scelte miopi che, dettate dalla sola ed esclusiva necessità di mantenere i suoi equilibri politici, non hanno tenuto conto delle denunce in questi mesi formulate da tutte le forze di opposizione”.
Lasciando da parte per un attimo la questione TeAm, c’è un altro aspetto che risalta all’occhio. Perché il Partito Democratico si è espresso con due distinti comunicati (uno della Di Pasquale e l’altro di D’Alberto) in merito alla questione TeAm? Non era meglio una nota sottoscritta dall’intero partito? Nel Pd tutti vogliono dire la loro o non c’è quell’unità d’intenti che, invece, si vorrebbe lasciare intendere?
CRITICHE ANCHE DAL CENTRODESTRA. “La scelta di Giovanni Mattucci, condivisa con il gruppo della Lista Civica al Centro per Teramo – afferma la civica di centrodestra del capogruppo Angelo Puglia – è un gesto di grande pregio e significato politico , oltre che di dignità personale, che merita il massimo rispetto e la totale considerazione. Tanto significativo che sarebbe un gravissimo errore liquidarlo con un atteggiamento minimalista, senza la necessaria approfondita puntuale riflessione politica sugli spunti evidenziati nella sua nota e, più in generale, sulla TeAm, sulla sua gestione e sul suo futuro”.
“Questo è il forte auspicio ed in tal senso la Lista Civica al Centro per Teramo, da parte sua, solleciterà decisamente un dibattito politico ampio e partecipato sulla TeAm, esercitando tutte le prerogative dei consiglieri e tutte le azioni come forza politica. A Giovanni Mattucci, come cittadini ed esponenti politici, va il nostro più sentito ringraziamento per quanto ha fatto e per quando continuerà a fare con il suo impegno a servizio della comunità”.
M5S: “DIMISSIONI DIMOSTRAZIONE DEL FALLIMENTO CENTRODESTRA”. “Reputiamo le dimissioni di Giovanni Mattucci un atto gravissimo ed una dimostrazione schiacciante del fallimento, anche in tema di rifiuti, dell’amministrazione, oramai dilaniata da lotte intestine difficilmente sanabili – commenta il consigliere grillino Fabio Berardini – E’ con incredulità che leggiamo i tanti appunti e distinguo che l’ormai ex presidente Mattucci mette nero su bianco, rivolgendosi in modo diretto al primo cittadino. Nella missiva si parla apertamente di situazioni poco chiare cui lo stesso Mattucci avrebbe soprasseduto, per il bene della società”.
“Ma è nel tirare in ballo la questione della pianta organica che si esemplifica meglio il modus operandi della società – aggiunge – Si parla apertamente di disservizi ma anche di scelte operate sulla base di ‘vicinanze contiguità personali e amicali, di logiche insomma non ispirate a criteri esclusivamente meritocratici’, cui il presidente avrebbe inutilmente tentato di opporsi. Riteniamo incredibile, oltre al contenuto della lettera, la reazione del sindaco, che anziché entrare nel merito delle tante questioni sollevate, ha preferito soprassedere e guardare avanti, alla nomina di un nuovo presidente, stavolta di sesso femminile. La difficile scelta di trasformare la partecipata in un Ente pubblico, o solo privato, appare, nelle mani di questa giunta, materiale pericoloso. Confidiamo quindi nell’interesse e nella partecipazione dei cittadini sui prossimi sviluppi. Noi del Movimento 5 Stelle ci saremo ed il prossimo 7 febbraio abbiamo intenzione di organizzare un convegno al fine di informare i teramani su questa spinosa questione”.
POMANTE: “APPUNTAMENTO IN CONSIGLIO”. “Le dimissioni del Presidente della Team aprono un ulteriore interrogativo sul futuro della principale voce di bilancio del Comune di Teramo, che perde la guida del CDA proprio nel momento in cui stanno per scadere gli affidamenti più importanti e si ipotizza una trasformazione in società interamente pubblica, con liquidazione del socio privato – interviene al proposito anche il consigliere di opposizione Gianluca Pomante – Le ragioni delle dimissioni sono state rese note dal diretto interessato e consisterebbero, sostanzialmente, in una gestione approssimativa delle risorse, in una gestione discutibile delle assunzioni e degli appalti e in una continua ingerenza della politica nelle scelte gestionali. E’ evidente che prima di parlare della trasformazione in società pubblica pretenderò chiarezza sulla pianta organica, sul piano di sviluppo dei prossimi anni, sulle modalità di gestione degli appalti e delle risorse umane e, soprattutto, sulle ingerenze della politica. Già domani, nel corso del consiglio comunale (in programma giovedì 29 gennaio; ndg), ulteriori ed interessanti sviluppi”.
INTERVIENE ANCHE SEL. “Il caso Team è un’ulteriore prova del flagello Brucchi che si abbatte sulla città di Teramo ormai stremata – è il parere di Sel – Ora la città di Teramo deve sperare che si trovi una pezza al grossolano errore della formazione di un CDA espressione unicamente delle assegnazioni politiche e non della funzionalità ed efficienza della partecipata Team. Sinistra Ecologia e Libertà di Teramo innanzitutto si schiera dalla parte dei lavoratori della Teramo Ambiente che, non più tardi di un mese fa, sono stati costretti a lavorare oltre le soglie di sicurezza sul lavoro garantendo, fino a che è stato possibile, i servizi con strade ghiacciate e innevate anche oltre i limiti di praticabilità. Ora questi stessi lavoratori meritano di avere un vertice aziendale all’altezza del loro impegno e della loro dedizione al servizio pubblico, non meritano un consiglio di amministrazione frutto solo di distribuzioni politiche e di tappabuchi e con emolumenti oggi inarrivabili persino nel settore privato. Così come tutti i teramani meritano un CDA della Team in grado di meglio far funzionare i servizi dell’Azienda a servizio della nostra città. Diversamente ricordiamo al Sindaco Brucchi che la rinuncia al mandato per manifesta incapacità a governare, dimostrata senza soluzione di continuità fino ad oggi, è un dovere civico a cui può sottostare anche il suo arrogante modo di fare politica e il suo sgangherato carrozzone di liste”.