Pescara. E’ stato votata ieri dal consiglio comunale di Pescara la realizzazione di una piazza al posto dei palazzi Ater abbattuti in via Lago di Borgiano perché resi inagibili dal sisma.
“Una piazza progettata solo per riempire un vuoto, ma senza alcun servizio pubblico, spazio aggregativo, funzione sociale”, protestano consiglieri comunali del Partito Democratico e delle liste civiche di centrosinistra Piero Giampietro, Stefania Catalano, Francesco Pagnanelli, Marco Presutti, Giovanni Di Iacovo, Marinella Sclocco e Mirko Frattarelli.
“Perché quel luogo non è stato candidato ad ospitare quelle strutture del Pnrr come gli asili nido e la casa di comunità Asl, che la giunta Masci si ostina a voler costruire al posto dei parchi pubblici di via 8 marzo, via Fornace Bizzarri e via Santina Campana?”, chiedono dall’opposizione, che non entra “nel merito dell’estetica, ma l’idea di una piazza la cui architettura impedirà qualunque occasione pubblica di aggregazione è stata molto criticato in commissione anche dai consiglieri di maggioranza, che però hanno poi votato favorevolmente alla delibera ma i cittadini devono sapere il perché quel luogo non sarebbe stato adatto, nei ragionamenti della giunta Masci e dei partiti che la sostengono, ad ospitare quei servizi di cui il quartiere ha bisogno: servizi educativi, istruzione, servizi sanitari”.
“L’area risultante dall’abbattimento di palazzi poteva diventare, senza costi aggiuntivi a carico del Comune grazie al Pnrr, uno spazio pubblico con servizi indispensabili alla comunità, in un luogo sicuramente più adatto rispetto ai parchi pubblici. Ci aspettiamo una spiegazione e la meritano anche i cittadini di via Lago di Borgiano che avrebbero potuto avere nuovi servizi nel proprio quartiere, sia quelli che vivono attorno ai parchi condannati alla cementificazione. Giorno dopo giorno si dimostra sempre più infondata la spiegazione per la quale non ci sarebbe stata alcuna alternativa ai parchi pescaresi per realizzare le strutture senza perdere i fondi Pnrr”, concludono Pd e liste civiche.