Pescara. Sono in dirittura d’arrivo i lavori per la realizzazione della Strada Pendolo che collegherà via Rio Sparto con Via Tiburtina.
“Un intervento atteso e prezioso, reso possibile solo dalla caparbietà della precedente Giunta di centrosinistra, abile nell’intercettare le risorse necessarie (circa 5 milioni di euro per entrambi i tratti) mediante la partecipazione al Bando “Periferie” del Governo Renzi/Gentiloni, cui vanno aggiunti circa 400mila euro di fondi “Terna”, ricorda il consigliere regionale Antonio Blasioli, che “oltre all’evidente funzionalità del nuovo asse viario”, sottolinea in una nota “sia il maldestro tentativo del centrodestra di assumersi meriti di altri, sia le problematiche intervenute in fase procedurale”.
“In ossequio alla continuità amministrativa la Giunta Masci ha dovuto solamente procedere all’affidamento dei lavori, sia per il tratto da Via Tiburtina a Via Salara Vecchia che per quello da Via Rio Sparto a Via Enzo Tortora/Strada Comunale Piana. Se però su quest’ultimo non c’erano e non si sono verificati intoppi, sul primo si è compiuto l’ennesimo errore di valutazione dell’Amministrazione Masci”, afferma l’ex vice sindaco Pd, “Poiché la strada attraversa terreni privati, la Giunta di centrosinistra aveva raggiunto un’ipotesi di accordo bonario con i proprietari al fine di acquisirne la parte necessaria. Intesa tuttavia sfumata nel 2020 con l’Amministrazione Masci al governo, che ha deciso di procedere con l’esproprio comportando in tal senso una riduzione pari a 535mila euro dell’importo inizialmente destinato alla realizzazione materiale dell’opera (1,2 milioni)”.
“La società Girolimetti s.r.l. e le due persone fisiche titolari di uno dei tre lotti di terreno coinvolti”, prosegue Blasioli, “hanno presentato ricorso sulla valutazione dell’indennità di esproprio calcolata dal Comune, e proprio di recente si sono visti riconoscere le ragioni dal Collegio Tecnico, che l’ha triplicata portandola da circa 140mila euro a 465mila. La somma preventivata dal Comune per gli espropri (mezzo milione) sarebbe dunque pressoché assorbita dall’indennizzo da liquidare ai suddetti proprietari, mentre vanno sommati in aggiunta gli indennizzi di 279mila euro inerenti gli altri due lotti, per una cifra complessiva di 745mila euro. Senza contare che, qualora la società Riabita s.r.l. dovesse impugnare il decreto esecutivo di esproprio, la somma stanziata potrebbe addirittura raddoppiare”.
“Insomma la giunta Masci si apprestare a presentare l’ennesimo debito fuori bilancio, se la Corte d’appello dovesse confermare quanto stabilito col primo arbitrato”, conclude Blasioli.