Pescara. E’ il gruppo del Partito democratico in seno al consiglio comunale a lanciare l’allarme privatizzazione per il nuovo teatro dell’area di risulta: “Il Comune cede la gestione e perde il terreno”.
Di concreto, finora, sul nuovo teatro che sorgerà sull’area di risulta c’è solo una proposta di deliberazione emanata dalla giunta lo scorso 23 settembre per la costituzione di una società mista per la costruzione e la gestione della nuova struttura. Delibera passata al vaglio della commissione consiliare Cultura e subito scontrata con il parere del gruppo del Pd, critici sulla “comunicata e formalizzata volontà di individuare come strumento di gestione del nuovo teatro, di una società con capitale misto pubblico privato”, dicono in una nota i consiglierei Del Vecchio, Marchegiani, Fusilli e D’Angelo e Di Pietrantonio. “In questa società”, spiegano i 5, “il comune conferirebbe in conto capitale il sedime necessario alla realizzazione dell’opera (cedendo il diritto di proprietà pubblica), il cui valore economico è stato stimato in 4,2 milioni di euro, sulla base del valore realizzativo dell’opera ad oggi stimato in €. 24,4 milioni e ricevendo in cambio quote societarie per il valore corrispondente”.
Il timore dei Democratici verte sulle probabilità “indubbie che la nascente società non potrà che essere una società di diritto privato, sottoposta alle normative vigenti, e quindi anche ai rischi imprenditoriali conseguenti alla gestione. In futuro, quindi”, sottolineano i consiglieri, “qualora la gestione della nuova struttura dovesse generare perdite economiche, da un lato il comune dovrà contribuire per la sua quota a ripianarle e dall’altro ci sarebbe il rischio, non solo teorico, che successivi esercizi in perdita potrebbero determinare il default della società con conseguente irrecuperabilità della proprietà del terreno.
E se, nel tempo, i partner privati perdessero interesse alla gestione della struttura? “Se questi “, rispondono dal Pd, “decidessero con partecipazione sociale ampiamente maggioritaria, lo scioglimento e la messa in liquidazione, tutto il capitale sociale, terreno compreso, sarebbe utilizzato per il pagamento dei debiti, prima della ripartizione tra i soci per la parte eccedente”. Richiamando alla memoria l’esperienza di Pescara Parcheggi, il Pd conclude consigliando al sindaco “di riflettere meglio sulla scelta annunciata e valutare anche ipotesi alternative di realizzazione e gestione, ampiamente presenti nella normativa vigente, che, al contrario della strada intrapresa, non comporterebbero la perdita della proprietà del sedime ma solo la sua messa a disposizione, all’interno di un progetto più complesso, per un tempo determinato, con il rischio della gestione della struttura totalmente a carico degli eventuali soggetti interessati”.