Pescara. Scontro a distanza tra l’amministrazione comunale e i parroco di Colli, su tasse e contributi relativi alla storica festa patronale appena conclusa. Nell’omelia di domenica, don Di Marcoberardino avrebbe bacchettato l’esattoria comunale, ma l’assessore Santilli replica: “Non si fa politica dal pulpito”.
“Parole che suscitano sorpresa, sconcerto e che soprattutto dimostrano una non conoscenza dei fatti”: l’assessore al Commercio Santilli commenta così quanto detto dal parroco della Madonna dei Sette Dolori durante l’omelia di domenica scorsa, nel corso della storica festa che ha animato i Colli da venerdì a ieri sera. Al centro del dibattito aperto da padre Di Marcoberardino, il mancato sostegno economico del Comune al comitato organizzatore dei festeggiamenti, obbligato a pagare la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. “L’amministrazione comunale ha contribuito con 5mila 500 euro per l’organizzazione della festa, e ne è ben a conoscenza il Comitato organizzatore con il quale, peraltro, abbiamo avuto ben tre incontri per aiutare lo stesso Comitato a risolvere la miriade di problemi incontrati nella sistemazione delle giostre e delle luci”, replica piccato Santilli, “i nostri uffici hanno lavorato sino a tre ore prima dell’apertura della festa stessa per permetterne la realizzazione”.
“Forse è una somma esigua quella che ha coperto 70 per cento delle spese”, continua l’assessore, che precisa riguardo le tasse per il suolo pubblico: “Forse il parroco dimentica che la tassa riguardava l’occupazione delle strade utilizzate per giostre e bancarelle, ovvero per attività a pagamento e non di beneficenza, ovvero attività che hanno registrato anche un incasso dalla festa, dunque è normale che, come imposto dalla legge, si sia pagata l’imposta per l’occupazione del suolo pubblico, esattamente come deve fare qualunque altro cittadino”. A scottare l’amministrazione, più che “il commento fatto a titolo personale dal parroco Di Marcoberardino”, è la “grancassa dell’onorevole Vittoria D’Incecco e del consigliere Pd Alessandrini”, che secondo Santilli hanno ceduto al pettegolezzo per fare contestazione. “E’ evidente che il parroco, probabilmente impegnato nella cura dei problemi spirituali dei propri fedeli, non è a conoscenza di tali fatti e forse avrebbe fatto meglio ad astenersi dall’usare il pulpito di una chiesa per considerazioni politiche”, polemizza comunque l’assessore.
Daniele Galli