Catignano. Usa il termine ‘abbandono’ il Sindaco di Catignano Enrico Valentini in merito alla vicenda dell’allargamento del cratere sismico che vede il suo Comune escluso dalla lista nonostante i crolli, gli sfollati, le aree del centro storico chiuse e le attività costrette a lasciare le proprie sedi.
“Rimanere fuori dal cratere rende ancora più difficile la gestione dell’emergenza post sisma. Infatti il D.L. 189/2016 disciplina una serie di aiuti alle attività e ai comuni solo se presenti all’interno del cratere contemplando per i fuori cratere solo la ricostruzione degli edifici”, continua il Valentini, all’esito dell’ufficializzazione del Decreto Sisma che martedì prossimo dovrebbe andare in aula per il varo definitivo.
“Purtroppo terremoto non significa solo distruzione di case ma anche distruzione di un tessuto economico e sociale che manteneva in vita un centro storico che ora è vuoto e desolante”, prosegue il primo cittadino, avanzando la richiesta di inclusione del cratere, “supportata da verifiche tecniche da parte della Protezione Civile, in linea con la volontà del governo di contrastare lo spopolamento dei piccoli borghi colpiti dal sisma”.
In merito alle dichiarazioni rilasciate dal Presidente D’Alfonso sull’allargamento del cratere, il sindaco si dice “amareggiato per una mancanza di sensibilità da parte del Presidente che in maniera poco elegante ha avvicinato Catignano a Zagabria. Catignano è un paese fortemente colpito – conclude il sindaco – e mi auguro che il decreto possa essere modificato in aula nel corso della prossima settimana per dare il giusto riconoscimento ad una comunità che altrimenti farà fatica a rialzarsi da sola”.
Simile la situazione di Penne, per cui si indigna il Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri: “Se il Decreto Sisma non verrà immediatamente rivisto e corretto”, afferma, “reinserendo i Comuni oggi ingiustamente esclusi, come Penne, e dando certezze finanziarie ai Comuni per la fase della ricostruzione pubblica, Forza Italia occuperà in modo permanente l’aula del Consiglio regionale paralizzando i lavori dell’Assemblea sino a quando non verrà garantito il risarcimento e il sostegno all’Abruzzo e alla provincia di Pescara”.