Pescara. Se il Consiglio provinciale non si tiene per mancanza di numero legale, i consiglieri ricevono ugualmente il compenso. A Palazzo dei Marmi si discute su uno dei tanti ‘sprechi’ della politica. Gennari attacca la maggioranza, Faieta rilancia: “Rinunciamo ai gettoni di presenza”.
Seduta di Consiglio provinciale, all’ordine del giorno l’assestamento di bilancio. Ma ieri, al primo appello nell’aula di Palazzo dei Marmi, erano in molti a mancare, tanto da far rimandare l’assise alla seconda convocazione, prevista per oggi. Ma intanto, come Statuto prevede, il compenso di 40 euro a consigliere è stato elargito ugualmente, nonostante la seduta a vuoto. A quelle 40 pro capite si aggiungono le 40 della convocazione odierna, più gli esborsi pubblici legati alle Commissioni previste sempre per ieri, deserte anche quelle.
Un andazzo che si ripete spesso, stando alle proteste del consigliere Pd Giancarlo Gennari, che accusa la maggioranza di un ripetuto assenteismo che fa raddoppiare i costi; costi sostenuti dalla cittadinanza, ovviamente. Alla sua voce si somma, oggi, quella del capogruppo Pdl Angelo Faieta, che legittima la protesta di Gennari: “Le regole vanno modificate in Provincia”, dice “per abolire il gettone di presenza per quelle sedute del Consiglio che non si svolgono per mancanza del numero legale”. “Per quanto riguarda l’episodio di ieri annuncerò in aula, domani mattina, di rinunciare al gettone della seduta di lunedì”, aggiunge, “Chiederò che gli altri consiglieri di valutare se è possibile fare la stessa cosa”. Già in altre occasioni avevamo discusso della necessità di modificare le regole per far sì che venga corrisposto ai consiglieri il gettone solo per le sedute fruttuose e non per quelle riunioni che non si aprono per mancanza del numero legale”.
Daniele Galli