Pescara. Stop alla realizzazione di scuole, attività commerciali, centri di aggregazione o residenziali e obiettivi sensibili nell’area che dall’aeroporto di Pescara arriva sino al rilevato ferroviario. E’ quanto prevede il Piano del Rischio aeroportuale che domani sarà discusso in Consiglio comunale e che, una volta approvato, sarà inviato all’Enac per il via libera finale.
“Parliamo di uno strumento di pianificazione che ci saremmo risparmiati” ha detto l’assessore allo Sviluppo del Territorio Marcello Antonelli “perché non determina sviluppo in una zona che ha invece bisogno di progettualità e piuttosto va a impattare in modo negativo sugli scenari produttivi delle attività prossime all’aeroporto. Il Piano comprende tre zone inserite nell’area di rischio: la Zona di tutela A, la più vicina all’aeroporto dove andrà limitato al massimo il carico antropico. Nella Zona di tutela B, che comprende il rione Rancitelli e parte di San Donato, possono essere previste una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone. Infine la Zona di tutela C, che giunge sino alla linea a est della ferrovia, dove possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale con indici di edificabilità medi e nuove attività non residenziali. Nelle tre Zone andranno evitati insediamenti a elevato sovraffollamento, la costruzione di scuole, ospedali e in genere obiettivi sensibili e attività che possono creare pericolo d’incendio, esplosione e danno ambientale. Il primo effetto del Piano è stata l’impossibilità di realizzare i nuovi Palazzi della Regione Abruzzo che non potranno più essere localizzati nell’area”.
L’area sottoposta a una sorta di moratoria ricade nella parte sud della città, a destra del fiume, e si estende verso est, per 3mila metri, a partire dalla ‘strip’, ossia da 60 metri oltre il fine pista, sino a via Marconi. “Nell’insieme” ha aggiunto Antonelli “le tre zone abbracciano una popolazione residente di circa 9mila 400 unità. Ovviamente il Piano fa salvo l’esistente, dunque le abitazioni, i centri commerciali, le scuole e gli impianti oggi esistenti resteranno. E la fotografia della situazione attuale ci dice che oggi la Zona di tutela A si estende su 414mila metri quadrati e l’edificato esistente è pari a 401mila metri cubi con un carattere prevalente non residenziale; la Zona B, la più estesa, si spalma su 823mila metri quadrati e la volumetria esistente è pari a 1milione 620mila metri cubi, con carattere residenziale e terziario; la Zona C ha un’estensione di 600mila metri quadrati e l’edificato è pari a 2 milioni 132mila metri cubi, dunque una zona densamente urbanizzata. E’ evidente che in tale delibera di impostazione politica c’è ben poco, perché ci siamo dovuti adeguare a una normativa, ed è evidente che una volta varato il Piano dovremo riflettere sulla Zona A, individuando il target preciso delle attività che potremo localizzare nell’area, attività compatibili con i vincoli imposti. In tale operazione avremo bisogno del sostegno della Regione Abruzzo, anche perché ricordiamo che il Piano dovrà essere varato anche dal Comune di San Giovanni Teatino per la parte ovest dell’aeroporto. In questo anno di moratoria abbiamo bloccato anche il rilascio delle concessioni edilizie per non determinare un eccessivo carico antropico. Ora speriamo di poter portare la variante al Prg in Consiglio per fine estate in modo da sbloccare il rilascio dei titoli concessori consentiti”.