Pescara. Un lungo viaggio alla riscoperta di un Abruzzo diverso quello che coinvolgerà il capoluogo adriatico dal 9 ottobre al 19 dicembre. Habitat 2010, prima edizione di una rassegna biennale di urbanistica, pianificazione del territorio, arte, cultura, musica, enogastronomia. Voce ai territori, alle loro potenzialità, alle possibilità di sviluppo dei nostri spazi, ascoltando suggerimenti, opinioni, proposte, attraverso un confronto costante tra le tante realtà produttive esistenti e soprattutto tra le voci della città. Un confronto che partirà da quel vuoto urbano oggi rappresentato dalle aree di risulta dell’ex stazione ferroviaria. Lo ha annunciato il sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia nel corso della conferenza stampa odierna convocata con la Presidente dell’Associazione HabitatLab Onlus, l’architetto Annika Patregnani, per illustrare l’iniziativa che si svolgerà tra l’ex Aurum e il porto turistico. Presenti anche il Presidente della Provincia di Pescara Guerino Testa, il Presidente del Consiglio comunale Licio Di Biase e il Presidente dell’Ordine degli Architetti Gaspare Masciarelli.
“Il perno della Biennale – ha detto il sindaco Albore Mascia – sarà la mostra-rassegna 1980-2010 prevista presso l’ex Aurum, una mostra di progetti elaborati negli ultimi trent’anni per lo sviluppo delle aree di risulta dell’ex stazione ferroviaria di Pescara centrale, di quei 13 ettari acquisiti al patrimonio comunale nel 2001, oggi un immenso vuoto urbano collocato nel cuore della città, posto tra l’attuale stazione e l’asse corso Umberto-corso Vittorio Emanuele. Parliamo di un’area su cui il passato governo di centro-sinistra ha saputo solo pasticciare e cincischiare, senza neanche essere in grado di sistemare un parcheggio, opera minima che la nostra amministrazione ha realizzato in meno di un anno. Aree di risulta che sono senza dubbio il sito più strategico della città, il luogo in cui ci è offerta l’occasione per ripensare il territorio, per dargli quell’identità tanto a lungo cercata, un’identità che rappresenti l’anima di un capoluogo che ha una storia, ma che al tempo stesso è indiscutibilmente giovane, veloce, dinamico. La rassegna rappresenterà un ottimo tavolo di confronto – ha proseguito il sindaco Albore Mascia -, per rivedere vecchie proposte, rapportarle a una Pescara ormai cresciuta, cambiata, e ascoltare la città, il territorio, raccogliere impressioni su cui riflettere per proseguire il cammino”. Si parlerà anche di ricostruzione post-sisma, dell’altra grande area di risulta rappresentata dall’ex Cofa, di proprietà della Regione Abruzzo, si parlerà dell’Abruzzo dei Trabocchi, della tutela della costa, si ricorderanno grandi personalità legate al mare. Una serie di occasioni per alimentare il confronto sullo sviluppo del nostro territorio. “La Biennale, rappresenta un’iniziativa di valenza internazionale nel mondo dell’architettura e dovrà divenire un appuntamento fisso che, ogni due anni, ci permetterà di affrontare e verificare i mutamenti del nostro territorio”, ha concluso Mascia. “La Biennale – ha spiegato l’architetto Patregnani – rappresenta il primo esperimento di sistema di relazioni di rete, e coinvolgerà la fisica, la ricerca scientifica, culturale, storica, il territorio visto in versione multidimensionale. Racconteremo trent’anni di concorsi e progetti relativi alle aree di risulta dell’ex stazione aprendo un dibattito per scoprire la reale vocazione di quella zona. Avremo poi quattro piattaforme di discussione, con la sezione esplorativa, virtuale, Mediterranea e musicale, che si svilupperanno attraverso mostre, rassegne, simposi e forum per studiare lo sviluppo del territorio abruzzese e proporci degli obiettivi da realizzare entro due anni. Al termine della Biennale verrà poi prodotto un catalogo che raccoglierà tutte le voci e le esperienze maturate in due mesi e mezzo”.
Monica Coletti