Lanciano. “Un giovane del Laboratorio Sociale Zona 22, realtà associativa da sempre impegnata sul territorio, è stato aggredito e pestato da cinque militanti di Casapound con l’unica “colpa” di essere, a detta dei nerovestiti, “uno sporco antifascista”. Perché organizzare laboratori teatrali per bambini, collaborare con le scuole, potenziandone l’offerta formativa, promuovere la socialità e la solidarietà, anche attraverso lo sport e seguendo i valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo è per qualcuno una colpa. Le forze di sinistra si sono prontamente mobilitate per denunciare l’accaduto e puntualizzarne la matrice politica. Non si tratta, dunque, di un semplice fatto di cronaca da consegnare agli archivi”.
Si legge così in una nota del Partito Comunista Italiano Abruzzo e di Federazione Giovanile Comunista Italiana Abruzzo, che prosegue:”Purtroppo la memoria ha le sembianze di un bambino cagionevole, che per mantenersi vivo e in forze ha bisogno di costante nutrimento, di attenzione e vigilanza continue. Così non dimentichiamo quello che accadde nel 2012, nella nostra regione, a Luco dei Marsi (Aq), dove delle vere e proprie squadracce di estrema destra organizzarono aggressioni e spedizioni punitive ai danni dei migranti sfruttati nelle campagne del Fucino. Oggi, Forza Nuova, gruppo di estrema destra dichiaratamente fascista, organizza ufficialmente a livello nazionale delle ronde contro la “criminalità extracomunitaria”, seguendo il recente esempio di Casa Pound che, lo scorso 10 luglio, senza alcun diritto acquisito e fuori da ogni legge, pattugliò le spiagge di Ostia per scacciare i venditori ambulanti. Simili azioni rimandano agli albori del fascismo, quando le squadracce mussoliniane si sostituivano, con la sola ragione della violenza e della minaccia, alle forze pubbliche di sicurezza dello Stato liberale, creando di fatto uno Stato dentro allo Stato. Non a caso, nel vicino 2012, sul Monte Fumaiolo in Emilia Romagna i fascisti di Forza Nuova Rimini hanno organizzato un campo di formazione paramilitare: a testimonianza di quale pericolo i gruppi neofascisti rappresentino per la tenuta delle istituzioni democratiche e repubblicane nate proprio dalla Resistenza contro il nazifascismo. Un pericolo accresciuto da una società profondamente lacerata e sempre più precaria, materialmente e intellettualmente. Intanto, alle recenti elezioni amministrative del 2016 e del 2017, gli estremisti di destra hanno accresciuto i loro consensi. A preoccupare maggiormente è la capacità di gruppi come Casa Pound e Forza Nuova, attraverso abili mascheramenti, mosse populistiche e pseudoconcetti inesistenti come quello di “sangue”, di incontrare un crescente consenso, più sentimentale che culturale, di ampi e diversificati strati della società, rafforzando così la tendenza eterodiretta di rispondere al disagio sociale con la discriminazione razziale. Basta sfogliare le mille pagine dei social network per rendersene conto o entrare in qualsiasi luogo pubblico per sentire, almeno una volta, che “il problema sono gli immigrati”. Il razzismo è una tendenza sempre più diffusa nella nostra società ed è un pericolo. Il razzismo non è un’opinione, è la “base fondamentale dello Stato fascista”, come titolava a caratteri cubitali il Popolo d’Italia, organo del fascismo mussoliniano. Il razzismo è dunque anticostituzionale, è l’aria malsana che serve a riempire il vuoto di decenni di ragionata deideologizzazione, fino all’arcinoto “destra e sinistra non esistono più”. Dal razzismo si scivola verso il fascismo, inevitabilmente, e cioè verso la centralizzazione del potere, la soppressione dei diritti sindacali, l’autoritarismo, la guerra. Non è certo il colore della pelle la ragione della disuguaglianza sociale; lo sono invece i 270 miliardi di euro di evasione fiscale in Italia, stando alle cifre del Rapporto Eurispes del 2016. Non è la provenienza geografica la causa delle pesanti ristrutturazioni industriali nella Val di Sangro o delle privatizzazioni su larga scala o delle acquisizioni da parte di istituti finanziari di intere e fattive realtà produttive, ai danni dell’occupazione. Il razzismo distoglie l’attenzione dall’unica ragion sufficiente della crisi: la sempre più grande sproporzione tra ricchi e poveri, in virtù di un sistema sociale che permette a pochi la ricerca forsennata del massimo profitto, attentando ai valori e principi costituzionali, gli unici da seguire e applicare per una società realmente democratica e giusta. La Costituzione, nata dalla Resistenza al nazifascimo e che fonda se stessa sull’inalienabile principio di uguaglianza, secondo cui “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3, comma 1, Cost), rischia di essere un tragico e vuoto vessillo posto nelle mani di chi, sbandierandolo, pratica politiche razziste e discriminatorie. La difesa della Costituzione, dunque, passa attraverso l’affermazione del principio di uguaglianza e la lotta contro ogni tentativo di rigurgito fascista. E’ una battaglia politica e culturale che le forze comuniste, democratiche ed antifasciste devono compiere con ogni determinazione”.
“Si manifesta, quindi, come non più rinviabile la necessità di organizzare una grande manifestazione nazionale che ponga al centro il tema dell’antifascismo e della lotta contro ogni forma di razzismo. Il Partito Comunista Italiano si faccia promotore di questo urgente, indifferibile impegno”.