“Ringrazio il presidente della Regione Abruzzo per la stima professionale manifestata nei miei confronti. La sua designazione nel prestigioso ruolo di controllo della Asl provinciale mi lusinga. Mi dispiace, ma con rammarico non posso accettare“.
Con questa nota su Facebook Americo Di Benedetto, consigliere comunale dell’Aquila, candidato sindaco sconfitto alle ultime amministrative; rinuncia all’incarico dopo che ieri il governatore, Luciano D’Alfonso, lo aveva nominato revisore dei conti.
“Spero di non essere scortese – dice – Ho un ruolo politico, quello che la città dell’Aquila ha ritenuto giusto assegnarmi, accettare sarebbe inopportuno. Lo sarebbe ancor più se nelle future competizioni elettorali, politiche e regionali, come credo che accadrà, sarò impegnato (indirettamente o in prima persona, vedremo…)“. “Nel mio percorso di vita ho sempre tenuto distinta la mia passione per la politica (di qualsiasi tipo, anche ordinistica) dalla mia attività professionale. Finita la mia esperienza di impegno pubblico avrò la mia professione, propria della sua specializzazione nel settore della pubblica amministrazione. Da quel momento concorrerò con i miei colleghi secondo i giusti principi di trasparenza e di rotazione. Per ora continuerò a occuparmi degli altri, non di me stesso“, conclude il post di Di Benedetto
Nel frattempo, l’avvocato Claudio Verini ha depositato ricorso al Tar Abruzzo per chiedere la verifica delle elezioni comunali dell’Aquila del giugno scorso, al fine di far ottenere alla coalizione di centrosinistra, sconfitta al ballottaggio a favore del sindaco Pierluigi Biondi; la maggioranza dei seggi in Consiglio. A confermarlo è lo stesso avvocato, che ha avuto mandato da Maurizio Capri, Emanuela Di Giovambattista, Fabrizio D’Alessandro del Partito democratico, Sergio Ianni di Abruzzo civico, Giorgio Spacca di Articolo Uno, Gianni Padovani dei Socialisti e Fabrizio Ciccarelli del Passo possibile, che insieme ad Anna Lucia Bonanni della Coalizione sociale e Fabrizio Righetti del Movimento cinque stelle rientrerebbero nell’assise civica in caso di accoglimento del ricorso. L’udienza è stata fissata all’8 novembre prossimo.
“Le ragioni a fondamento del ricorso – spiega in una nota Verini – non rivestono una connotazione politica né tantomeno la presentazione del ricorso ha la finalità di non riconoscere ed accettare la volontà degli elettori“. “I firmatari del ricorso hanno sottoposto all’esame del legale i verbali di alcune sezioni elettorali, per verificare eventuali incongruenze e imprecisioni che, se effettivamente sussistenti, potrebbero restituire un’espressione della volontà degli elettori differente rispetto a quella consacrata nel verbale di proclamazione degli eletti“.
L’avvocato ritiene di aver riscontrato “la presenza delle predette incongruenze e imprecisioni” ritenendo quindi “di domandare al competente Tar, limitatamente ad alcune e limitate sezioni elettorali, il riesame del voto espresso dagli elettori“.
In caso di accoglimento del ricorso, che stando a diverse sentenze sarebbe da escludere in nome della governabilità, si avrebbe la cosiddetta ‘anatra zoppa’: un sindaco e un’amministrazione, cioè, senza maggioranza in Consiglio comunale.