L’Aquila torna sotto i riflettori e, a quasi tre anni dal sisma che l’ha ridotta ad un cumulo di macerie, provocando la morte di oltre 300 persone, oggi si torna a parlare di rilancio. Il primo a farlo è stato il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha inviato un messaggio al ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, presente nel capoluogo abruzzese.
L’occasione arriva dal Forum Ocse-Gröningen sulle strategie di sviluppo nei territori terremotati, in corso ad Assergi, nei Laboratori del Gran Sasso, nel quadro del progetto “Abruzzo verso il 2030: sulle ali dell’Aquila”, finanziato dal Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (Programma Operativo Nazionale Governance e Assistenza Tecnica FESR 2007-2013) e dal Comitato Abruzzo (Confindustria, Cgil, Cisl e Uil).
I lavori, iniziati questa mattina, sono presieduti dal Ministro per la coesione territoriale, Fabrizio Barca, nella sua funzione di punto di contatto del Governo per le iniziative volte allo sviluppo e alla ricostruzione della città dell’Aquila. Partecipano anche il Ministro dell’interno, Anna Maria Cancellieri, e il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, Francesco Profumo.
“E’ di vitale importanza” ha scritto Napolitano “per la cittadinanza così duramente provata dal terremoto del 2009, poter ricevere indicazioni sulla possibile strategia di sviluppo e dell’area circostante, che meritano di essere rilanciate attraverso una conseguente valorizzazione del patrimonio storico e delle risorse che fanno dell’Aquila e degli altri Comuni colpiti dal sisma un luogo caro a tutti gli italiani. Caro Ministro, desidero esprimerle il mio vivo apprezzamento, pregandola al tempo stesso di porgere il mio saluto agli altri rappresentanti del governo nazionale e alle istituzioni locali, per l’iniziativa che oggi si tiene ad Assergi, con l’apporto qualificato di esperti internazionali”.
Intanto, c’è grande attesa per l’arrivo, questa sera, del Presidente del Consiglio, Mario Monti, che visiterà per la prima volta il capoluogo abruzzese per poi incontrare, intorno alle 19, la stampa.
Obiettivo del Forum è quello di incoraggiare il dibattito tra cittadini, imprese e istituzioni sulle priorità per una strategia integrata di crescita e sviluppo sostenibile dell’Abruzzo, sul ruolo della città dell’Aquila colpita dal terremoto del 2009 e sulle possibili linee guida per l’attuazione di tale strategia, come emergono dai risultati preliminari del lavoro svolto dal team OCSE-Università di Gröningen. Il Seminario rappresenta inoltre un’opportunità per condividere le esperienze con regioni di altri Paesi che hanno affrontato, o si trovano ad affrontare, sfide simili di sviluppo a seguito di una calamità naturale.
Lo studio dell’Ocse. “Il senso di frammentazione sociale, già in parte evidente all’interno della comunità prima del terremoto, è stato esacerbato sia dagli spostamenti verso altre zone che dalla mancanza percepita di progresso nella ricostruzione. Tra la comunità locale, vi è una percezione diffusa che gli attori dell’amministrazione sia nazionale che locale non abbiano una consapevolezza sufficiente delle difficoltà e delle avversità che gli aquilani hanno dovuto sopportare; vi è, in particolare, la percezione che le problematiche sociali non siano pienamente comprese dai responsabili dell’arena decisionale e vi è un sentimento diffuso di impotenza e di paralisi da parte della gente del posto, nonchè una sensazione ampiamente condivisa che il tempo per la ricostruzione della regione stia scadendo, in particolare in un momento in cui l’Italia si trova ad affrontare ostacoli di governance sistemici. La gente del posto interpreta la paralisi istituzionale come una mancanza di leadership, locale e regionale, necessaria per mantenere le esigenze dei cittadini in cima all’agenda nazionale. Nondimeno, sebbene il ritardo nel mettere a punto un piano globale di ricostruzione e una strategia di sviluppo socio-economico per la città e la provincia dell’Aquila sia stato una causa fondamentale di inerzia, tale ritardo è diventato parte del meccanismo di scarico delle responsabilità tra istituzioni e gruppi vari e riflette anche chiaramente come, dopo il soccorso immediato al disastro, sia subentrata una sensazione diffusa che tutte le misure post-emergenza siano ostacolate dalla burocrazia”.
Il Commissario Delegato per la Ricostruzione, Gianni Chiodi. “Il lavoro che sta svolgendo il governo Monti, con in prima linea il ministro Fabrizio Barca, evidenzia in modo chiaro la necessità che in questa fase della ricostruzione si tirino le conclusioni di un proficuo e celere dibattito su cosa e come si vuole ricostruire e quali possano essere gli strumenti per il rilancio economico e sociale. Dopo le straordinarie azioni riconducibili alla prima fase della emergenza il Governo, insieme con il Commissario, può fornire spunti e indirizzi sulla ricostruzione dei centri storici che si sta per avviare. Pertanto, coloro i quali hanno la responsabilità politica di disegnare il futuro dei propri borghi e della propria città, ossia i Sindaci e le parti sociali e produttive, ora devono accelerare per definire concretamente nei piani di ricostruzione i contenuti delle loro idee. È arrivato il momento di lasciarsi alle spalle inutili diatribe sul senso dei piani e prendere atto della loro utilità e necessità per rendere ai cittadini il senso di come si vorranno le città tra dieci, quindici anni”.
Il ministro dell’Istruzione e dell’Università, Francesco Profumo. “Le scuole, le università e i centri di ricerca sono la vita della città. La ricostruzione passa anche attraverso la ricostruzione di tutte quelle strutture che sono principalmente per la comunità, oltre che per i singoli cittadini. Certamente questa non deve essere una visita a spot, ma dobbiamo seguire i giovani passo passo e questo è semplicemente l’inizio”.
Il sindaco de L’Aquila, Massimo Cialente. “Dopo l’emergenza, L’Aquila è stata abbandonata a sè stessa. Io vi posso giurare che subito dopo il sisma la città aveva una grande aspettativa, una grande voglia di reagire, una per tutte: i bambini che stavano sulla costa la mattina si svegliavano alle 5, bambini di 5, 6, 7 anni, venivano a fare scuola all’Aquila e il pomeriggio tornavano, perchè? Perchè si doveva stare in città, si doveva stare all’Aquila. Il com’era e dov’era la città era diventato un grido di amore di orgoglio, rispetto alle vicende delle new town, poi cosa è successo? E’ successo che è finito il momento dell’emergenza con tutto l’aspetto mediatico che si era venuto a creare. Noi siamo stati abbandonati. Come possiamo allora non avere un clima in cui c’è la totale mancanza di fiducia. Sono due anni che vediamo che è tutto fermo, sono due anni che questa città, per quanto riguarda l’economia, i lavoratori autonomi, i commercianti i piccoli artigiani si sono visti arrivare 2.400 euro e poi sono stati abbandonati a se stessi, non c’è stato più nulla. Se fosse stato il contrario saremo state persone strane. Non abbiamo ricevuto nulla per sopravvivere. E’ stato grave pensare di affrontare il post-terremoto ad una struttura commissariale, sono saltati i ponti quelli dei rapporti fra le istituzioni perchè non esiste una democrazia nella quale non ci sia la chiarezza dei ruoli e delle responsabilità”.
Monti: “voglia di ricostruire L’Aquila. Non me l’aspettavo”. “L’impressione è di una straordinaria bellezza anche così. Avendo visto allora le scene in televisione, uno può immaginare cosa è stato in passato ma mi sembra ci sia voglia di fare, di ricostruire e l’entusiasmo è palpabile”. Così il presidente del Consiglio, Mario Monti, in visita a L’Aquila, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano un’impressione sulla città tre anni dopo il sisma. “Se l’aspettava così?”, hanno domandato i cronisti. “No, devo dire di no”, ha replicato il premier. Monti, accompagnato dalla moglie, dal sindaco Cialente e dal ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, si è fermato davanti alla Casa dello studente dove morirono otto giovani durante il terremoto di tre anni fa. Nel suo discorso al Forum dell’Ocse il premier ha detto chiaramente, parlando di ricostruzione, che “qui la sfida è collettiva: spetta agli enti locali la strategia dello sviluppo con fiducia reciproca, quel comune sentire di relazioni che trovo ricostruite e che mancavano da anni. Il governo dal canto suo accompagnerà il processo favorendo in modo alto la ricostruzione”.
Cancellieri: Il terremoto è ancora ferita aperta. “A L’Aquila c’è una ferita aperta. E’ drammatico vedere quello che è accaduto. Però, insomma, si ricomincia” ha detto il ministro dell’Interno, nel corso di una breve visita fatta nel centro storico de L’Aquila, dove ha potuto vedere anche lo scempio della Casa dello studente. Per il lavoro del post-terremoto a L’Aquila e nel cratere sismico, “stiamo lavorando molto bene per cui non ci sono infiltrazioni mafiose” ha detto il ministro, lasciando il cantiere che ospiterà la nuova prefettura del capoluogo.