L’Aquila. “Il Governo ha chiesto ai familiari delle vittime del terremoto de L’Aquila la restituzione dei pagamenti effettuati a seguito della sentenza nel procedimento penale contro la commissione Grandi Rischi, organo scientifico della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’ accusa come è noto, era di aver rassicurato la popolazione dopo la riunione del 31 marzo 2009, a pochi giorni dalla catastrofe che distrusse L’Aquila. I risarcimenti furono a seguito delle condanne immediatamente esecutive, a prescindere dai processi civili in corso”.
Lo dichiara Gianni Melilla, deputato abruzzese di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista a Montecitorio.
“Il 10 novembre 2014 – prosegue Melilla – la sentenza è stata riformata in appello e sei dei luminari sono stati assolti, mentre è stato condannato il braccio destro dell’allora capo della Protezione civile. Il 20 novembre 2015 la Cassazione ha confermato la sentenza d’Appello.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, denuncia Melilla, è andata subito ad aggredire le parti civili intimando la restituzione dei soldi elargiti. Anche con atti di messa in mora e intimazione di pagamenti immediati.
La sentenza di appello non ha revocato le provvisionali. Sulle responsabilità della commissione Grandi Rischi ci sono inoltre cause civili ancora in corso.
Per questo ho chiesto con una interrogazione al Presidente Gentiloni di sospendere ai familiari delle vittime le richieste di restituzione delle somme versate ‘…oltre gli interessi calcolati dal dì del percepimento…’, in attesa della definizione del contenzioso civile, per evidenti ragioni istituzionali, di ragionevolezza e anche di umanità nei confronti di persone duramente colpite dalla morte dei loro cari”.