L’Aquila, il ciclone Cialente attacca i “traditori” della città

massimo_cialenteL’Aquila. Accettare la delega all’Assistenza della popolazione è stata ”una scelta suicida”. Massimo Cialente traccia un bilancio dei suoi otto mesi da vice Commissario per la Ricostruzione e lo fa senza rinnegare nulla, ma parlando a tutto campo di quello che è stato e non è stato fatto. Senza risparmiare niente e nessuno, com’è nel suo stile di persona schietta e senza peli sulla lingua.

La nostra città” ha detto nella conferenza stampa convocata questa mattina “ha sempre dovuto fare i conti con i traditori, che di notte, sotto assedio, non esitavano ad aprire le mura al nemico. Anche adesso c’è chi attacca il Comune dell’Aquila, in questo modo tradendo la città”.

Pur riconoscendo la validità dell’operato della Funzione 6, per la quale ha prestato la sua opera all’interno della Struttura per la gestione dell’emergenza, Cialente ha criticato le carenze dell’organismo, sia a livello dirigenziale che operativo. E non ha risparmiato le bacchettate anche nei confronti della Protezione civile nazionale che, andando via dalla città terremotata, a fine gennaio si è ”scordata” di realizzare una terza piastra a Paganica o di montare i 64 Map nella stessa frazione, che invece da mesi erano stoccati nel container di una ditta privata a San Pio delle Camere, ”pronti” per essere montati. ”Per non parlare degli ulteriori 1.449 alloggi che Bertolaso avrebbe dovuto assicurare e che mai più si sono visti”.

Proprio a proposito di assistenza alla popolazione, il primo cittadino  ha dovuto fare i conti anche con il blocco, da giugno, di 122 appartamenti del fondo immobiliare che Fintecna e Fivit dovrebbero acquistare, consentendo così la liberazione di alloggi di minor dimensione per i piccoli nuclei familiari ed i single. “Da quando ci siamo noi molti problemi abitativi sono stati risolti ma il nodo è da ricercare ante. Da febbraio abbiamo evaso 26.019 pratiche, che tradotto significa incontri, colloqui, di front e back office, per risolvere l’esigenza più impellente, quella della casa. Tenete conto che la Protezione civile, prima di noi, aveva adottato il metodo della metropolitana di Tokyo, ossia mettere dentro tutti a forza, andando via senza lasciarci uno straccio di banca dati. Noi abbiamo messo in ordine numeri e situazioni ed i riscontri che ci hanno permesso di far uscire da CASE e Map 50 persone che non avevano requisiti; o scoprire che in 150 percepivano contemporaneamente Cas e ospitalità alberghiera. E’ certo che il Comune dell’Aquila è stato rigidissimo nell’applicazione delle regole. Mai ha forzato la mano per favorire amici, parenti, dipendenti”. Ma qualcuno, in precedenza, lo aveva fatto? Cialente alza le spalle e sospira.

Supportato dall’assessore Stefania Pezzopane, che, dati alla mano, ha fotografato la situazione attuale, il sindaco dell’Aquila ha ribadito che molto è stato fatto. In primis per trovare ”la casa giusta per la famiglia giusta”, grazie anche ad una sorta di ”socialismo reale”. Senza sistemazione rimangono 569 single in graduatoria ordinaria e 288 in graduatoria coda e 78 coppie in graduatoria coda. C’è poi il grande problema di coloro che sono stati sfrattati da case A, B e C che Cialente ha paragonato, senza mezzi termini, a ”cani sperduti senza collare”; ci sono poi tante famiglie disagiate che non riescono a competere col mercato degli affitti e donne sole con bambini allocate in case parcheggio (alberghi o caserme).

La Sge è come un jumbo senza guida o guidato da uno scimpanzè” aggiunge. “I famosi quattro saggi nominati a mia insaputa dal trio Fontana/Chiodi/De Matteis cosa pensano? Di venire forse a pontificare, lasciandoci fuori dal processo di rinascita della città? Ora basta. Si deve rimettere tutto a posto. Bisogna fare chiarezza, perché c’è una grande confusione. Sono in tanti intorno al capezzale, ma nessuno sa cosa fare. Lasciassero lavorare chi conosce ed ama L’Aquila”.

Cialente non si ferma e il suo sfogo si sposta sulla questione relativa alla manutenzione garantita solo alle CASE inaugurate il 29 settembre, giorno del compleanno di Berlusconi. “Per le altre la Manutencoop non è tenuta a gestire verde e spazi pubblici”. Quanto ai Map, definiti i “figli meno fortunati del miracolo italiano tanto decantato dal Premier” è l’esercito che se ne sta occupando “con grande senso del dovere”.

 

 

 

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