Chieti. “Sconcerta che una forza politica faccia proprie le affermazioni di un paziente usandole come una lancia contro una struttura sanitaria come la nostra senza avvertire il bisogno di fare una verifica, di accertarsi se corrispondesse al vero la situazione descritta”. Clara Natoli, direttore della Clinica Oncologica di Chieti, non ci sta a subire accuse di inefficienza a mezzo stampa.
“Peccato per Marco Di Gregorio di Sinistra- Chieti Bene Comune che ha perso l’occasione per rendersi conto di persona, e non per sentito dire, di come svolge la propria attività la Clinica Oncologica dell’ospedale di Chieti – aggiunge – . Peccato davvero, perché avrebbe verificato che in questo lungo anno di pandemia, la nostra unità operativa non ha chiuso nemmeno un giorno le sue attività, nemmeno una sola terapia è stata mai rinviata o annullata, e non c’è stato un solo paziente che non abbia trovato rapida risposta ad ogni suo problema o ad ogni sua necessità. Anche i tempi per avere una prima visita da noi sono stati ulteriormente ridotti, proprio per ridurre paure e disagi in un contesto sociosanitario già così provato dalla pandemia. Nonostante i disagi legati al distanziamento e a tutte le misure richieste per evitare i contagi, in questo anno abbiamo effettuato 29.930 accessi, una media di 120 accessi al giorno, tutti i giorni lavorativi dell’anno. Uno sforzo enorme, reso possibile dall’abnegazione e dallo spirito di sacrificio che tutti gli operatori di questa clinica hanno profuso, per venire incontro ai tanti disagi sanitari e psicologici che la diffusione del Covid ha determinato nella popolazione in generale, e nei pazienti oncologici in particolare.
Le uniche attività che sono state ridisegnate a distanza sono quelle di follow up, ossia di pazienti che non hanno malattia attiva ma che effettuano controlli periodici per una pregressa patologia oncologica. Una scelta, questa dei follow up a distanza, che non è della Clinica Oncologica di Chieti ma una indicazione del Ministero della salute, del Comitato tecnico scientifico governativo, della Regione Abruzzo e di tutte le associazioni mediche
coinvolte (compresa l’AIOM, l’associazione degli oncologi medici italiani). Dovendo obbedire a questa direttiva, comunque di ovvio buonsenso, i medici della oncologia di Chieti hanno messo a disposizione dei propri pazienti non solo un numero di fax, come in modo censorio viene riferito da Di Gregorio ma anche l’email istituzionale e quelle personali degli oncologi, oltre al numero di cellulare personale. Alla ricezione della documentazione sanitaria inviata dai pazienti, gli oncologi medici provvedono quasi in tempo reale a rispondere ai pazienti, per email o richiamandoli al telefono, registrando in cartella i dati sanitari comunicati, riprogrammando il successivo controllo. Va da sé che, al minimo dubbio diagnostico il paziente viene convocato immediatamente a visita in presenza. Quanto al problema della privacy, ci preme sottolineare che – qualunque sia la modalità di comunicazione – tutti operatori sanitari del reparto ne sono sempre strettamente vincolati, e anche il fax è fisicamente
ubicato nei locali della segreteria oncologica, riservato al personale sanitario della clinica. Per quanto riguarda il caso specifico del paziente che fa la segnalazione, – conclude Clara Natoli – ci dispiace per gli eventuali disagi arrecati e confermiamo la nostra piena disponibilità per risolvere qualunque sua necessità. Alle forze politiche di tutti gli schieramenti, ci permettiamo di suggerire una verifica di persona rispetto alle presunte inefficienze denunciate da qualcuno”.