Velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara, il Comune di Chieti contesta la concessione della VIA

“Mortificate le proposte dei territori. Ci mobiliteremo insieme agli altri Comuni per fare ricorso al TAR contro il decreto”

Chieti. “Il Comune di Chieti si unirà alla mobilitazione amministrativa dei Comuni interessati dal raddoppio della linea ferroviaria Roma-Pescara, contro il Decreto del 5 aprile 2023 del “Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica-Direzione Generale valutazioni ambientali con il quale è stato espresso giudizio positivo sulla compatibilità ambientale del “Progetto di fattibilità tecnico economica sulla Velocizzazione linea ferroviaria Roma-Pescara. Lotto 1″: raddoppio tratta Interposto d’Abruzzo-Manoppello”, che dà il via libera alla realizzazione dell’opera nella sua stesura originaria”, così il sindaco Diego Ferrara e il presidente della Commissione consiliare speciale per la Ferrovia, Vincenzo Ginefra.

“Si tratta di una questione di contenuto e principio – ribadiscono – perché la VIA positiva che il Ministero ha riconosciuto all’opera, non tiene assolutamente conto della voce dei territori, delle alternative alla formulazione più impattante del progetto, dell’apertura alle istanze della cittadinanza e dei cittadini che non possono essere sottovalutate o, peggio, ignorate come sta accadendo. Bisogna riconoscere al territorio la sua importanza, perché questa opera possa esprimere tutto il potenziale positivo che ha e non venga percepita solo come un danno. La formulazione iniziale impatta con attività economiche, residenze private, lo abbiamo già detto e non per partito preso, perché la mobilitazione è trasversale e ci unisce a Comuni che hanno diverse posizioni politiche. Sindaci con i quali abbiamo fatto un percorso sinergico e continueremo a farlo, mettendo insieme le forze anche su questo fronte. Sentiremo i Comuni e il nostro Ufficio legale per comprendere come agire, di certo non staremo con le mani in mano, in questo rispondendo anche all’istanza che ci è stata rappresentata dalla Commissione che rappresenta il Consiglio. Ora più che mai c’è la conferma dei nostri dubbi, che non ci fosse alcuna intenzione di venire incontro a una visione che deve essere necessariamente diversa, perché la prima stesura non tiene conto di tante cose. Pensavamo che con la mediazione della Regione si potesse arrivare a una giusta mediazione, prendiamo atto che così non è stato e non possiamo che individuare ogni mezzo di natura tecnico-giuridica a tutela del territorio”.

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