Chieti. “Una singolare coincidenza, sempre che si tratti solo di una coincidenza, ha riportato al centro dell’attenzione la questione dell’Ospedale di secondo livello con una nota della CGIL-Funzione Pubblica di Chieti e un intervento in commissione sanità del dr. Alberto Albani, capo regionale della task-force coronavirus e direttore del Dipartimento di Emergenza Urgenza di Pescara.
Il secondo rilancia le immotivate pretese di chi nel capoluogo adriatico sostiene che solo l’ospedale pescarese può ambire al DEA di secondo livello. Un intervento che ha provocato l’immediata reazione del sindaco de L’Aquila Biondi (fortunate le città che hanno sindaci sempre vigili a salvaguardia del proprio territorio!) e la presa di distanza del presidente della Giunta regionale Marsilio. Una posizione, quella del dr. Albani, che il Comitato cittadino considera frutto di residuale campanilismo e comunque superata dai precedenti accordi presi a livello regionale.
Del tutto incomprensibile appare dal suo canto l’intervento della CGIL-FP Chieti che, in una nota sulla situazione ospedaliera nella nostra provincia, si è rivolta al capoluogo teatino invitandolo a “mettere da parte il campanilismo (sempre tenendo conto del decreto Lorenzin) e farsi protagonista di una azione che coinvolga Pescara per realizzare insieme un ospedale DEA di secondo livello (…), l’unico che può contenere le specialistiche di elevata complessità come la cardiochirurgia e la neurochirurgia”. La CGIL-FP evidentemente dimentica che Chieti a ogni livello, istituzionale, anche con un o.d.g. approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, e da parte delle associazioni cittadine, compreso il nostro Comitato, ha sempre sostenuto l’idea della condivisione.
Al contrario è da Pescara che alcune voci hanno costantemente e ripetutamente (e l’intervento di Albani lo dimostra) rivendicato un presunto e inesistente diritto a fare della città natale di d’Annunzio un asso pigliatutto a livello regionale al punto da chiedere il trasferimento di cardiochirurgia in riva all’Adriatico. Alla prova dei fatti l’Ospedale di Pescara, così come quello di Chieti, non ha singolarmente i requisiti necessari. Insieme, in una logica di collaborazione, i due nosocomi garantirebbero tutto quello che occorre per un DEA di secondo livello. Senza alcuna necessità di costruire ex novo, come ventilato nel passato, un terzo ospedale in posizione intermedia con uno spreco inutile di denaro e con la disastrosa conseguenza collaterale di avere, a Chieti e a Pescara, due enormi complessi vuoti per i quali non esisterebbe alcuna reale possibilità di riutilizzo di pubblico interesse.
A fronte di questa situazione il Comitato, che ha qui espresso la propria posizione, rivolge un pressante e accorato appello al sindaco in carica ancora per qualche settimana e ai due candidati che sono in corsa per sostituirlo perché facciano sentire, subito, anche la voce della città in una questione che, se mal gestita, può avere conseguenze disastrose per la collettività teatina e abruzzese”. Si legge così in una nota del Comitato Cittadino Chieti.