Pescara. “La verità è che la Direzione generale della Asl 2 in questi tre anni di governo regionale di centrodestra ha fatto politica e non ha mai trattato la Senologia di Ortona come un centro di eccellenza, altrimenti non sarebbero mancate le strumentazioni di ultima generazione e non ci sarebbero stati tutti gli altri problemi che associazioni e pazienti oggi sollevano, mobilitandosi”, così il consigliere regionale PD Antonio Blasioli in risposta al manager Asl Thomas Schael sulla situazione del centro di Senologia di Ortona, su cui il gruppo PD ha di recente fatto il punto in una conferenza.
“Ci siamo mobilitati anche noi e a ragione, per evitare che servizi tanto sensibili e rilevanti non diventassero ambulatori senza posti letto e senza sala operatoria, con un solo ecografo funzionante su tre, a fronte di un passato importante nei numeri e nella qualità della cura – riprende Blasioli – In tre anni di governo il centrodestra non è stato capace né di far crescere, né di difendere tanto e tale patrimonio. I cinque anni di centrosinistra a Ortona hanno invece lasciato una struttura viva e di eccellenza come polo oncologico, con senologia, ginecologia oncologica, a cui si aggiungeva il settore della senologia ricostruttiva e degli screening preventivi, una chirurgia con indirizzo oncologico, con un ambulatorio di Medicina Integrata ed Attività Motoria Adattata in oncologia, per affrontare aspetti come la nutrizione e il dolore, capace di affiancare alle cure convenzionali, terapie “complementari” che durante i trattamenti favoriscono il recupero della paziente, facendo attenzione anche al welfare delle donne in cura nel presidio.
Bastava portare avanti tutto questo, potenziare le risorse umane dedicate di fisioterapisti e di fisiatri in sede e mettere in cantiere altri servizi come un reparto oncologico di degenza, di cui l’Azienda è sprovvista, un percorso per la patologia tiroidea non esistente in Abruzzo, un ambulatorio per le cure palliative, ponte con gli Hospice di riferimento nel contesto del percorso di cura, progetti di umanizzazione delle cure, anche in collaborazione con le associazioni di volontariato. In oltre tre anni non abbiamo visto nascere nulla di tutto questo e il nome del reparto è rimasto noto solo grazie all’encomiabile dedizione del suo personale medico e paramedico e al legame dei pazienti, non per le “attenzioni” provenienti da Asl2 e Regione”.