Insieme per Cupello: ‘L’amministrazione Di Florio bocciata all’esame dei 100 giorni’

Cupello. “É prassi che il sindaco, in qualità di responsabile della direzione politica del comune, faccia un bilancio dei primi cento giorni di amministrazione. Quest’anno il compito per la sindaca Graziana Di Florio è assai agevole, visto che potrebbe limitarsi a presentare un foglio in bianco. “Tutti sono in grado di farsi notare, ma per passare inosservati serve del talento”, diceva qualcuno. E l’amministrazione targata Di Florio nei suoi primi cento giorni di talento ne ha dimostrato davvero tanto. È il talento di chi non mostra ambizione, di chi non sa incidere, di chi tira a campare, di chi si limita a osservare la propria comunità assopirsi in una sconfortante rassegnazione”.

 Si leggge così in una nota del gruppo consigliare e il Comitato “Insieme per Cupello”, che prosegue: “Un’amministrazione incerta, perché in balia delle smanie di protagonismo e onnipotenza di alcuni suoi componenti, già futuri sindaci in pectore; un’amministrazione miope, perché brillante solo quando si tratta di organizzare manifestazioni ricreative, gite e festicciole per i propri sodali, ma disinteressata al disagio sociale vissuto nella comunità.

 Così, probabilmente distratta dalle passerelle, capita che l’amministrazione non si sia accorta della carenza idrica che nei mesi estivi ha esasperato i Cupellesi, al punto da dimenticare di unirsi agli altri amministratori del comprensorio che richiedevano a Governo e Regione un tavolo di confronto per la risoluzione dell’emergenza.

 Capita che l’amministrazione non abbia ancora fatto nulla per risolvere la questione della terza vasca del Civeta e della sua messa in sicurezza, necessaria per la tutela dei cittadini e dell’ambiente, come invece si era impegnata a fare ritenendo la questione urgente e improrogabile.

 Capita anche che il decoro urbano sia carente, con strade trasformate in giungla e marciapiedi in preda a rifiuti e deiezioni canine, tragicomico biglietto da visita per i turisti e per i tanti Cupellesi emigrati che annualmente tornano in paese.

 Capita, infine, che la sindaca, passata la sbornia delle feste e passerelle, intervenga con ritardo notevole e tono alterato sulle proteste relative ai cattivi odori che si elevano spesso nel territorio. Di fronte alla richiesta di installare centraline di rilevamento della qualità dell’aria la sindaca ribatte che tali strumenti “rilevano ma non risolvono a monte i problemi che li generano”.
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 Dimentica, però, che nella mozione presentata lo scorso 12 agosto dal gruppo consiliare “Insieme per Cupello”, oltre all’installazione delle centraline, è stata proposta anche la sistemazione di monitor da installarsi in Piazza Garibaldi a Cupello e in Piazza Giovanni Paolo II a Montalfano, proprio per avere un rilevamento continuo e favorire l’eventuale intervento risolutivo a monte e non a valle del problema, oltre che dare informazioni certe a tutti i cittadini.

 Arrampicandosi sugli specchi e cercando di far ricadere la colpa sui fantomatici “quelli di prima”, la sindaca dice che il problema è vecchio di venti anni e che la sua amministrazione si è insediata da “soli tre mesi”: una considerazione alquanto strampalata, quanto meno perché pronunciata da chi in campagna elettorale ammetteva candidamente di essere stata scelta per raccogliere il testimone di Manuele Marcovecchio e di porsi in continuità con l’amministrazione uscente, della quale pure faceva parte.

 D’altro canto, non possiamo biasimare la sindaca e i suoi strafalcioni, costretta com’è ad accettare imposizioni e decisioni dettate dall’arroganza e dalla supponenza di taluni suoi Consiglieri, impazienti di metterla in ombra e di prendersi la scena. Una maggioranza di primi attori nella quale convivono due anime: chi è troppo pro loco e chi è troppo pro niente.

 La sindaca conosce benissimo la delicatezza della situazione nella quale si trova: non può negare i legami con l’amministrazione uscente, perché i fatti la smentiscono clamorosamente, ma non può neppure rivendicarli fino in fondo, poiché significherebbe ammettere (qualora ve ne fosse il dubbio) che di fatto Cupello è amministrata dall’Aquila e non da Palazzo Marchione.

 Quindi sfugge, finge fastidio, glissa, sorvola metodicamente ormai da tre mesi. Nella migliore delle ipotesi funge da “interposta persona” per risposte e comunicati partoriti da altri. Temporeggia, sperando che il tempo passi in fretta. E i Cupellesi ne pagano le conseguenze”.

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