Chieti. Non apparteniamo a una classe politica che una volta alla guida della città tradisce il patto che ha stretto con la comunità e si aumenta lo stipendio, per giunta nel pieno di una pandemia, ma abbiamo una cultura della politica diversa da quella che punta alla gestione del potere, alle poltrone, ai privilegi che derivano dal ruolo rivestito. Questo è scritto nelle nostre storie, che sono quelle di persone integre e a servizio della gente e del bene comune ed è contenuto nel programma politico che attueremo nei cinque anni di governo, un programma su cui sarà la città a doverci giudicare, come ha giudicato chi ci ha preceduto, scegliendo di cambiare classe dirigente.
Stiamo lavorando con l’Amministrazione non solo come indirizzo politico, ma con tecnici, progettisti, legali, adoperando il più possibile i nostri mezzi e acquistando il materiale che utilizziamo, per non pesare sulle casse del Comune e, soprattutto, in collaborazione stretta con il personale dell’Ente, questo perché è fortemente carente e per restituire dignità al lavoro dei dipendenti comunali dopo anni di abbandono. A questo servono anche gli staff che sono a servizio della città e a supporto dell’Amministrazione e che, in base all’articolo 90 del Testo Unico degli Enti Locali, accompagnano ogni esecutivo, perché la legge lo consente a prescindere dall’appartenenza politica di chi amministra.
Noi amministreremo in nome e per conto dei cittadini e ai cittadini vogliamo dare risposte e risolvere i problemi. Quanto alle indennità, scadute le determinazioni con il mandato precedente, in Giunta abbiamo unanimemente deciso che in parte saranno rivolte al sociale, alle persone e, in particolare, alle famiglie in difficoltà per via dell’emergenza Covid, sostenendo l’iniziativa “Chieti sostiene”, che abbiamo lanciato qualche giorno fa con la riattivazione del conto corrente bancario dove fare donazioni, in modo che arrivi un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà. Alle persone devolveremo i risparmi legati alla parte delle indennità che qualcuno strumentalmente e frettolosamente ha voluto far passare in modo diverso e falso.
Nessun aumento di stipendio e nessuna appropriazione di risorse pubbliche, ma solo una diversa idea della pubblica amministrazione e del sostegno a chi ha bisogno che, oltre che con le risorse del bilancio comunale, potrà contare anche sul quelle attinenti al nostro ruolo. Si tratta di un gesto non meccanico, come invece è un taglio delle indennità che mantiene però in bilancio le risorse: la nostra è una decisione che andrà a sostenere Chieti e che dovrebbe trovare d’accordo e partecipe anche chi oggi fa propaganda, ma fino a ieri ha portato la città sul baratro dove l’abbiamo trovata.
Oltre all’esposizione debitoria, la gestione che abbiamo trovato non ha dato ai settori comunali un indirizzo e per anni l’Amministrazione si è tutta concentrata sulla risoluzione tampone di criticità quotidiane, senza un minimo orizzonte di medio e lungo termine, depauperando l’Amministrazione sia in termini di risorse umane, di motivazione che a livello economico-finanziario. Appena ci siamo insediati Abbiamo trovato un Comune che non era all’altezza del valore e delle potenzialità di una città ricca di storia e cultura qual è Chieti e delle sue intelligenze e competenze in fuga.
Non ci interessa fare polemica, abbiamo cose diverse e più importanti di cui occuparci: noi stiamo lavorando per invertire il trend che altri hanno provocato in tanti anni e che impedisce alla città di crescere”.