Fossacesia. “Siamo di fronte ad un tipico esempio di labirinto dedalico della burocrazia italiana in cui sai da dove parti, ma non sai dove arrivi, come arrivi e soprattutto se arrivi”.
Parte da questa constatazione il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio nella conferenza stampa che si è tenuta oggi nell’aula consiliare del Comune, alla quale erano presenti anche l’Assessore alla Sicurezza, Giovanni Finoro, l’Assessore ai Lavori Pubblici, Danilo Petragnani, l’Assessore alla Cultura, Maura Sgrignuoli, il Consigliere delegato alla Protezione Civile ed all’Ambiente, Umberto Petrosemolo e il Consigliere delegato alle Politiche Agricole, Alberto Marrone, e convocata per ricostruire i passaggi che hanno permesso di gettare le basi per la costruzione dello stabilimento balneare ubicato sul Lungomare Sud di Fossacesia, nei pressi della Darsena e, soprattutto, per allontanare ogni ombra sui comportamenti avuti dall’Amministrazione Comunale in questa vicenda.
“La prima puntualizzazione che voglio fare è che il Sindaco e l’Amministrazione Comunale non hanno competenza sulle concessioni balneari, sulle autorizzazioni, sui permessi di costruire. Questi sono atti gestionali che compie il responsabile dell’ufficio competente, che si avvale del rispetto delle norme in vigore” precisa il primo cittadino alla luce dei violenti attacchi subiti sul web in questi giorni “Vi informo che nei giorni scorsi, pur non potendo esercitare le funzioni, ho chiesto all’Ufficio Demanio ed Urbanistica del Comune di valutare la sospensione dei lavori in via cautelare e il Responsabile dell’Ufficio, tramite il Suap, lo Sportello Unico a servizio di molti Comuni istituito presso il Patto Sangro Aventino che si occupa di rilasciare permessi e licenze alle attività produttive competente in materia, ha provveduto nel merito. Il cantiere ora è fermo – precisa il Sindaco Di Giuseppantonio – Un’altra puntualizzazione: sulla base delle notizie che ho chiesto all’ufficio preposto è possibile ricostruire la storia di quell’area demaniale, che risale al 2006. L’allora Consiglio Comunale adottò il Piano Demaniale Marittimo, prevedendo che in quella zona, che all’epoca aveva una dimensione ben maggiore dell’attuale (il fronte mare aveva un’ampiezza di oltre 45 metri), potesse sorgere uno stabilimento balneare. Nel 2008, sempre l’Assise civica, all’unanimità, recepì un bando tipo della Giunta Regionale, approvato per tutti i Comuni costieri abruzzesi, da utilizzare come linea guida per la pubblicazione del futuro avviso stesso ad evidenza pubblica con il quale affidare a coloro che aspiravano a uno spazio demaniale, le aree di Fossacesia, fra le quali, ovviamente, c’era anche questa. Il bando vero e proprio venne pubblicato qualche tempo dopo e, a seguito di procedura, l’area venne aggiudicata, nel 2013, alla ditta GTE vincitrice della gara. Nel frattempo – prosegue il Sindaco Di Giuseppantonio – nel 2011 era stato adottato un nuovo Piano spiaggia, che per la zona interessata non prevedeva modifiche e confermava quanto previsto in precedenza. La natura, però, non aspetta quelli che sono i ritmi della burocrazia e così, nel frattempo, l’area concessa nel 2013 ha subito una riduzione a causa del fenomeno dell’erosione. Proprio a seguito di ciò, la società ha fatto istanza al Comune di poter recuperare quanto il mare gli aveva tolto, prevedendo una maggiore estensione della lunghezza in orizzontale della concessione balneare. Ricordo che in quel periodo non ricoprivo io la carica di Sindaco e la Giunta Comunale dell’epoca, il 28 marzo 2013, approvò la richiesta della Ditta a seguito di parere favorevole da parte di tutti gli Enti sovraordinati. La concessione del parere favorevole da parte di tutti gli organi investiti ha permesso così alla Società GTE di ricalibrare l’intero progetto sulla base delle nuove condizioni e delle nuove dimensioni assegnate, che andavano a compensare le superfici ridotte a causa dell’avanzamento del mare. Nel 2019, il Suap, in considerazione delle valutazioni favorevoli di tutti gli Enti sovraordinati, ossia la Soprintendenza, l’Agenzia del Demanio, sia il Servizio Demanio che il Servizio Opere Marittime della Regione Abruzzo, l’Agenzia delle Dogane, l’Autorità di Bacino dell’Appennino centrale, ha rilasciato il permesso di costruire. Senza quei pareri – rimarca il Sindaco Di Giuseppantonio – sarebbe stato impensabile ottenere il permesso a realizzare lo stabilimento. Chi vuole e ne abbia interesse legittimo, può assolutamente far valere quello che è il suo diritto di accesso agli atti. Aggiungo di più: a seguito dell’inizio degli interventi sul Lungomare Sud, l’Autorità di Bacino emette un provvedimento con il quale dichiara che l’intera area è soggetta a vincolo idraulico. L’Ufficio del Comune, proprio per tale ragione, pur rischiando di avere un ricorso da parte della Ditta concessionaria che era in possesso di tutti i permessi, decide di fermare i lavori fino a quando la stessa Autorità di Bacino non si fosse espressa nel merito. Cosa che è avvenuta, con parere favorevole, da parte della stessa Autorità di Bacino, a seguito della presentazione da parte della GTE di uno studio di fattibilità idraulica. Ad ogni modo è assolutamente mia premura far verificare dagli organi preposti tutta la questione. La mia storia come Sindaco di Fossacesia e di Presidente della Provincia di Chieti d’altro canto è stata sempre incentrata al rispetto e alla tutela dell’ambiente, del paesaggio, delle leggi e non è assolutamente intenzione nè mia né di tutte le Amministrazioni che ho presieduto, cementificare Fossacesia ed la sua splendida spiaggia. Ho sempre agito, sin dai primi passi nella politica mosso da ideali di rispetto delle norme e tutela ambientale e non tollero che la mia persona, il Comune che amministro, tutta la mia Amministrazione vengano diffamati. Ora tutto passa nelle mani della Giustizia che sicuramente farà luce su tutta questa situazione”.
L’Amministrazione Comunale ha annunciato d’aver incaricato il Segretario Generale del Comune, dott.ssa Cristina Ciabattoni, di valutare se sulla base dei commenti diffamatori fatti su alcuni social e ritenuti non rispettosi della verità dei fatti, vi siano i presupposti di promuovere azioni legali.