Chieti. In merito alle dichiarazioni del candidato Di Stefano sulla volontà di ottenere finanziamenti europei per la Città la nota del candidato Paolo De Cesare.
“Il tempo è scaduto! E’ proprio scaduto il tempo delle promesse e della propaganda, non è più consentito prendere in giro i cittadini. Nei venti anni di impegno istituzionale – 5 alla Camera, 5 al Senato, 8 alla Regione e 5 al Comune – Fabrizio Di Stefano non ha portato in dote alcun finanziamento europeo per il Nostro Capoluogo, ed ora improvvisamente dimostra questa prontezza e questa risolutività, poi tra l’altro in un ruolo, quello del candidato sindaco, che non si capisce in quale maniera potrebbe legittimarlo quale latore di un’attività che non si inquadra neanche nel suo profilo professionale.
Rinnovo l’invito, a Di Stefano come a tutti gli altri candidati, di proporre soluzioni reali per i veri problemi del nostro territorio. Piuttosto che di finanziamenti europei, Di Stefano potrebbe interessarsi di concerto con la Giunta Comunale uscente, parte integrante e maggioritaria della sua coalizione, alla imbarazzante situazione degli asili nido e degli scuolabus.”
Su Di Stefano si esprime anche Giustino Angeloni, fondatore e capolista di La Teatinità, movimento civico che sostiene la coalizione di De Cesare.
“Quando il candidato sindaco Di Stefano asserisce che la teatinità non porta pane a casa, evidentemente ha sbagliato genere, numero e caso, e lui che ha fatto il liceo classico sa di cosa sto parlando. E’ proprio la mancanza di teatinità dei rappresentanti politici locali e nazionali degli ultimi anni che ha portato altrove dalla nostra Città iniziative e sedi di enti ed istituzioni. Certo la teatinità non è solo, come dice qualche altro candidato, conoscere a memoria le formazioni calcistiche del Chieti.
La teatinità è un sentimento di appartenenza e di riconoscenza tramesso e tramandato da coloro che non ci sono più a coloro che oggi vivono la Città: Noi dobbiamo far si che anche coloro che verranno potranno sentirsi Teatini, e ciò avverrà solo se noi tutti saremo in grado di trasferire tale sentimento. La teatinità non è sudditanza alle imposizioni scese dall’alto, è l’orgoglio di 3000 anni di storia. Ed è in nome della teatinità che alle prossime elezioni i cittadini sceglieranno coloro che vogliono servire Chieti, noi, rispetto a coloro che vogliono servirsi di Chieti. Ovviamente non me la prendo con chi potrebbe non capire un concetto così profondo, d’altro canto anche io farei la stessa difficoltà se fossi chiamato a definire la tollesità.”