Chieti. “Chieti non diverrà un campo profughi con l’adozione della variante denominata macrozona 50 – zona per servizi di interesse generale- Centro di accoglienza per migranti, disabili e categorie disagiate posta all’ordine del giorno del Consiglio comunale del 27, perché l’area interessata lo è già. A chi grida in modo scomposto senza leggere le carte ci preme riferire che l’adozione della variante comporta la regolarizzazione urbanistica e ambientale di un’attività di accoglienza temporanea esistente da anni in zona Brecciarola di Chieti, ad opera della fondazione religiosa no-profit “Figlie dell’amore di Gesù e Maria”, regolarizzazione peraltro già sollecitata dalla ASL di Chieti e dalla Prefettura di Chieti con note del febbraio 2022”, così il sindaco Diego Ferrara, in replica alle affermazioni della minoranza in merito all’atto passato al vaglio del Consiglio comunale di oggi.
“Si tratta di un’attività di accoglienza temporanea di categorie disagiate, assentita con due autorizzazioni temporanee disposte dal Sindaco Ricci negli anni 2009 e 2010 (per l’accoglienza prevalente di terremotati) e per l’accoglienza di migranti da 12 autorizzazioni temporanee rilasciate dal Sindaco Di Primio tra il 2010 e il 2020 – spiega il primo cittadino – e da una autorizzazione temporanea a mia firma nel 2022 – riprende il sindaco – L’adozione della variante, dunque, è solo la parte conclusiva di un lungo iter amministravo iniziato nel 2016 e successivamente rimodulato nel 2017, non da noi. L’odierna adozione, peraltro, non allarga, ma riduce il peso insediativo che oggi si assesta a 250 abitanti circa, con indici fondiari molto bassi, quasi identici a quello previsto per le zone agricole e specifica per la prima volta in tutti questi anni in termini giuridicamente corretti la destinazione d’uso di accoglienza temporanea di diverse categorie. Non solo profughi e migranti su affidamento diretto della Prefettura ai sensi del D.Lgs 142/2015, ma anche: accoglienza temporanea di soggetti disabili ai sensi della legge 69/99; accoglienza temporanea ai fini di inclusione sociale di persone in condizione di svantaggio sociale e di soggetti deboli che soffrono di elevata fragilità economica; accoglienza temporanea di soggetti individuati ai sensi dell’art. 42 della legge regionale n. 3 / 2020.
Non è vero quindi che Chieti verrebbe trasformata in centro profughi, in quanto trattasi di attività di accoglienza già esistente dal 2009 che viene peraltro oggi ridimensionata; né che la variante sarebbe stata presentata in tempi rapidissimi, in quanto il procedimento urbanistico è risalente al 2016, ma oggi si conclude portando le regole mancate negli anni; nessuna corsia preferenziale nemmeno sui tempi di approdo in Consiglio, dove la variante approda anche con la procedura per la VAS iniziata, in modo da avere tutte le autorizzazioni che servono dagli enti di competenza, per cristallizzare la situazione in base alle normative di riferimento.
Definire l’atto non a fini umanitari ma speculativi significa rischiare di infangare un Ente e un’Amministrazione che speculazione non fanno e rivelare la strumentalizzazione e l’intento di propaganda di un attacco finalizzato solo alla ricerca di evidenza. Il nostro scopo è altro, ed è di segno diametralmente opposto: la variante regolarizza dal punto di vista ambientale e urbanistico un’attività di elevata impronta sociale e umanitaria in favore di categorie gravemente svantaggiate. Questo e non altro”.