“Continua a mancare chiarezza sul presente e sul futuro del presidio ospedaliero”
Chieti. “Destano sempre maggiore preoccupazione in seno all’Amministrazione le notizie che riguardano lo stato del presidio sanitario ospedaliero, a cui di recente si è aggiunta la notizia della chiusura delle salette chirurgiche ambulatoriali, un quadro complessivo che chiediamo alla Regione di affrontare e chiarire al più presto, perché il timore di spoliazioni e di un progressivo depauperamento della nostra storia e patrimonio sanitario, lascino il posto alla fondata consapevolezza del futuro di strutture, operatori, programmi”, così il sindaco di Chieti Diego Ferrara che poco più di un mese fa aveva inoltrato una richiesta alla Regione e alla Asl per l’istituzione di un tavolo su cui avere risposte e chiarezza, a cui al momento non si è avuto riscontro.
Acceleratore. “Ci preoccupa, in modo particolare, lo stato di alcune situazioni, prima fra tutte quella che riguarda il percorso oncologico, non solo per quanto attiene alla vicenda della Pet Tac – riprende il primo cittadino – Preso atto che nonostante si sia definito ormai da anni l’iter amministrativo e tecnico per l’acquisto dell’acceleratore lineare a servizio della Radioterapia della ASL di Chieti e nonostante gli oltre 2 milioni di euro necessari siano a disposizione della ASL dal 2019, ad oggi la direzione generale non ha ancora reso noto il cronoprogramma e dunque i tempi certi della relativa gara, con il risultato dell’allungamento delle liste di attesa, dei disagi conseguenti, della mobilità verso altri presidio che, in toto si traduce in un gravissimo danno per i malati oncologici e le loro famiglie”.
Dermatologia. “Ribadiamo perplessità mista a preoccupazione anche per lo spostamento della UOC di Dermatologia, quindi di tutti gli ambulatori chirurgici del terzo livello “corpo L” presso all’ospedale di Ortona ad eccezione di una sola saletta che rimane a Chieti per le prestazioni ambulatoriali e di emergenza – sottolinea Ferrara – Decisione stabilita nel mese di dicembre per l’esigenza di creare nei corridoi spazi di transito per malati Covid, viene detto, ma eseguita senza una preventiva riunione logistica e operativa con il primario e la valutazione di alternative possibili. Va detto che negli ambulatori che vengono trasferiti ad Ortona si eseguivano tutte le attività di chirurgia oncologica cutanea (80% circa) ed ecco un nuovo problema. Peraltro lo spostamento determina anche una illogicità nell’ambito del percorso di diagnosi e cura oncologica che deve necessariamente vedere collegati in una rete funzionale i reparti di Oncologia, Medicina Nucleare, Radioterapia, Dermatologia, Radiologia. A ciò si aggiunge che lo smembramento della clinica dermatologica comporta, di fatto, anche la totale eliminazione delle prestazioni di Dermatologia dal nostro ospedale, con un gravissimo disagio nel trattamento chirurgico dei pazienti oncologici, perché mentre a Chieti era garantita la disponibilità di una sala chirurgica in uso esclusivo del reparto, a Ortona, le sale chirurgiche vanno divise con altre specializzazioni, con notevole allungamento delle liste di attesa e aggravio di tempi, vista anche la difficoltà in cui versa la struttura in termini di organico e attività operatoria”.
Patologia clinica. “Il laboratorio di analisi di Patologia clinica, infine, potrebbe dare un contributo importante alla gestione della pandemia, con l ‘esecuzione dei dosaggi degli anticorpi dopo la vaccinazione di tutto il personale Sanitario – aggiunge il sindaco Ferrara – Il titolo degli anticorpi anti SARS-COV-2 (anti-spike e anche le IGA) dovrebbe essere monitorato per almeno 6-8 mesi, preferibilmente a partire dalla 1-2 settimana dopo la somministrazione dell’ultima dose di vaccino. Ciò consentirebbe di identificare tempestivamente l’assenza di sieropositività o la siero negativizzazione, consentendo così di guidare il processo decisionale clinico verso una possibile rivaccinazione contro SARS-COV-2. Il dosaggio degli anticorpi prima e dopo la somministrazione del vaccino ed il monitoraggio sono assolutamente necessari per categorie di pazienti immunodepressi, o in trattamento con farmaci immunosoppressori o pazienti con patologia a carattere oncologico. Bene, nel nostro laboratorio si possono eseguire questi dosaggi ma al momento non siamo al corrente di alcuna iniziativa in tal senso”.