Casoli. In merito alla questione del Dimensionamento Scolastico di cui tanto si dibatte in questo periodo, ritengo opportuno fare chiarezza a beneficio della cittadinanza, sgombrando il campo da manipolazioni di parte e da interpretazioni allusive e fuorvianti poste in essere dai Consiglieri di Minoranza e dalla sezione locale di Fratelli d’Italia, che impongono un chiarimento puntuale e aderente alla realtà dei fatti.
Premettendo che della creazione di un Istituto Omnicomprensivo nel nostro ambito si parla da tempo, almeno tra coloro che seguono attentamente le dinamiche e i flussi del territorio, e tutte le indagini demografiche suscitano allarme per le zone interne abruzzesi (solo nel 2020 persi circa 13 mila abitanti con percentuali più alte della media nazionale e con numeri allarmanti riguardo le nascite – dati ISTAT), l’attenzione posta sull’ipotesi prossima di “dimensionamento scolastico” a Casoli nasce ben oltre la scadenza elettorale del 3 e 4 ottobre quando, nel corso dell’incontro del T.T.I. (Tavolo Tecnico Interistituzionale) tenutosi il 19/10/2021 l’assessore regionale all’istruzione e il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale hanno sollecitato le province a “lavorare” al fine di produrre delle ipotesi di dimensionamento per far fronte al calo del numero di alunni nati e frequentanti le scuole delle zone interne che accedono a Istituti di ogni ordine e grado, calo che mette a rischio la sussistenza di diverse realtà scolastiche.
A seguito di questo “invito”, ritenendo che sia doveroso per un’Amministrazione seria e attenta alle dinamiche del territorio porre in essere qualsiasi azione mirata a prevenire ricadute negative che possano danneggiare l’ambito che si è chiamati a governare, abbiamo avviato uno studio dettagliato al fine di fotografare la situazione attuale e a breve-medio termine, ricavandone dati estremamente preoccupanti, che mettono a serio rischio l’autonomia e, in una più malaugurata ipotesi, la sopravvivenza dell’offerta formativa nel nostro territorio.
I risultati emersi da tale studio rendono indifferibili scelte nette e responsabili come di norma dovrebbero essere quelle di amministratori avveduti e previdenti i quali, tra l’altro, sono stati di recente investiti di un significativo consenso elettorale che non può che tradursi in scelte chiare e responsabili, seppur a volte onerose.
Al termine di tale valutazione è emerso in modo evidente come l’unica ipotesi che porterebbe alla stabilizzazione del sistema scolastico del territorio e a scongiurare il rischio di soluzioni comunque penalizzanti (accorpamento, reggenza, perdita di indirizzi di studio), prevede la creazione di un Istituto Comprensivo verticalizzato, strada peraltro già percorsa nel recente passato da territori più popolosi e meno in declino dal punto di vista demografico (Guardiagrele, Atessa, San Salvo).
Il 23 novembre nel corso dell’incontro provinciale tra sindaci, dirigenti scolastici e rappresentanze sindacali del nostro ambito, abbiamo ribadito con fermezza tale convincimento che è stato accolto e approvato nella seduta del CPO del 13 dicembre 2021 in attesa della valutazione decisiva che si terrà a breve a carico della Regione Abruzzo.
Da tale ricostruzione cronologica e verificabile, si evince come il sottoscritto, insieme a tutto il gruppo di maggioranza, si è adoperato in maniera concreta e fattiva nelle sedi istituzionali, pur nell’assoluto rispetto del dibattito pubblico, legittimo in tutte le sue declinazioni, che ha animato la collettività. A questo proposito abbiamo fino ad oggi ritenuto di non condizionare tale discussione, tuttavia rimane netta la distinzione tra il confronto aperto e vivace, pur se manifestato con alcuni eccessi linguistici e pre- orientati, e l’obbligo istituzionale di chi ha l’onere di decidere, onere che ha imposto e impone approfondimenti e argomentazioni realistiche, concrete e produttive.
Sostenere che non vi è alcuna urgenza di agire in maniera risolutiva nell’unica direzione che porterebbe alla stabilizzazione della situazione scolastica territoriale, dimostra una limitata percezione del problema e una scarsa conoscenza dei dati e di quanto questi siano poco propizi, con una scuola che già oggi mantiene la propria autonomia solo grazie ad una deroga temporanea.
Relativamente all’accusa rivoltami di “aver delegato la decisioni sull’eventuale accorpamento a primi cittadini di paesi lontani” faccio presente che noi amministratori non ci siamo mai sottratti al confronto, abbiamo spiegato la nostra posizione rispondendo alle interrogazioni dei consiglie.