Chieti. “Mentre la Asl di Chieti con un comunicato quantomeno inusuale annuncia di assumere un medico cardiochirurgo facendolo passare come la caccia di cervelli in fuga, i reali problemi della cardiochirurgia di Chieti rimangono lì senza soluzione e non sembra ci sia la volontà politica di risolvere concretamente i problemi di quel reparto”. Lo afferma il Consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Barbara Stella, che prosegue: “Infatti, mentre si assiste a medici che stranamente sono in malattia contemporaneamente, a “licenziamenti” forzati di cardiochirurghi tramite sentenze, ora la trovata della ricerca dei cervelli in fuga è davvero fantasiosa e denota lo stato confusionale della sanità abruzzese. La realtà è che a fronte di bravi professionisti che vengono fatti scappare in un modo o nell’altro dalla cardiochirurgia di Chieti, i dati che emergono dalla risposta dell’assessore alla sanità Verì alla mia interpellanza rendono bene l’idea che qualcosa davvero non va”.
“Infatti la mortalità a trenta giorni dell’intervento di valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache per l’anno 2018 ha registrato su 173 dimessi per gli interventi richiamati un numero di deceduti a 30 giorni pari a 12 e una percentuale di mortalità pari a 6,9%. Una percentuale di mortalità al di sopra della media nazionale. Per quanto concerne l’indicatore della mortalità a 30 giorni dell’intervento di by-pass aorto-coronarico, sempre per il 2018, su 329 dimessi vi sono stati 12 deceduti entro 30 giorni con una percentuale di mortalità pari a 3,6%, anche questo dato al di sopra della media nazionale”.
“Non meno confortanti sono i dati riguardanti la mobilità passiva, ovvero dei cittadini che scelgono di andare verso altre cardiochirurgie fuori regione: infatti nel triennio 2016-2018, la ASL ha certificato, a firma del Direttore Generale, un aumento della mobilità passiva intra ed extra regionale, con una valorizzazione economica che cresce da un valore di 6.596.190 euro del 2016 a 7.028.576 euro del 2018 e una mobilità attiva, esclusa la quota di produzione rivolta ai residenti della provincia di Chieti, la cui valorizzazione economica passa da 4.674.707 euro del 2016 a 5.600.871 euro del 2018. Inoltre, le strutture tecniche dell’assessorato, si legge nella risposta dell’Assessore alla Sanità della regione Abruzzo, con propria metodologia validata dal Ministero, hanno verificato i dati di mobilità attiva e passiva sulla base dei flussi delle schede SDO, rilevando e confermando un aumento della mobilità passiva totale: con 184 dimissioni del 2016, 234 del 2017, 236 del 2018 e una sostanziale stabilità della mobilità attiva totale con 248 dimissioni nel 2016, 215 del 2017, 266 nel 2018”.
“Ciò significa che la cardiochirurgia di Chieti non è attrattiva rispetto ai competitor extra regionali e le motivazioni più ovvie sono da attribuire alla mortalità. Non si può più perdere tempo, la salute dei cittadini deve essere al primo posto dell’attività del Governo Regionale. È arrivato il momento di concretizzare con azioni le tante chiacchiere anche con decisioni drastiche per rimuovere ciò che non va”, conclude.