Il Movimento 5 Stelle sugli affitti d’oro a Chieti

logo teate 5 stelleChieti. Da quest’anno le amministrazioni dello Stato, le Regioni, gli enti locali e gli organi costituzionali, nell’ambito della propria autonomia, hanno a disposizione uno strumento normativo per incidere fortemente su uno dei capitoli più consistenti, quello delle locazioni passive.

 
 
 La legge 13 dicembre 2013, n. 137 (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 ottobre 2013, n.120) contiene l’emendamento promosso dal MoVimento 5 Stelle a firma Riccardo Fraccaro, conosciuto come “Norma sugli affitti d’oro”.
 
 “Il provvedimento – spiega in una nota il portavoce del Meetup Teate 5 Stelle, Andrea Di Ciano – consente di recedere dalle locazioni di immobili entro il 31 dicembre 2014, con un preavviso stabilito in trenta giorni anche in deroga ad eventuali clausole difformi previste dal contratto. Il Dl Irpef del Governo attualmente all’esame della Camera (“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66″) modifica i termini, prevedendo che il preavviso può essere comunicato entro il 31 luglio 2014 e che il recesso è perfezionato decorsi centottanta giorni dal preavviso. La norma ha un duplice ambito di applicazione: in prima istanza, permette di disdire in toto gli affitti onerosi delle pubbliche amministrazioni; in seconda istanza, concede anche di rinegoziare i canoni di locazione, in virtù del potere contrattuale derivante dal diritto di recesso. La Provincia Autonoma di Bolzano, utilizzando il provvedimento in oggetto, ha già deliberato una revisione dei contratti di locazione di cinque palazzi che ospitano settori della pubblica amministrazione, ottenendo una immediata e consistente riduzione dei canoni di affitto che porterà ad un risparmio di 150.000 euro annui, pari a 600.000 euro per tutto l’arco della consiliatura. Ora gli strumenti normativi per ottenere questi risultati ci sono. Il Comune di Chieti sborsa oltre 1 milione di euro l’anno di affitti passivi. L’80 per cento di questa somma viene rimborsata, seppur con almeno un anno di ritardo, dal ministero in quanto la maggior parte dei locali in affitto ospitano uffici giudiziari. Gli immobili affittati che, rimborsi ministeriali a parte, costano al Comune circa 200 mila euro l’anno, sono comunque 13. Tutti dislocati, per lo più, in centro storico o nell’immediata periferia”.
 
 Questa la lista in possesso degli uffici comunali del demanio: Le spese maggiori sono concentrate sugli edifici o sui locali sede di uffici della Procura e del Tribunale.
523.617 euro l’anno per gli uffici giudiziari che si affacciano su via Arniense.
281.201 euro l’anno per la Procura della Repubblica nel palazzo delle Poste di via Spaventa.
151.945 euro l’anno gli uffici di piazza Malta utilizzati dal Giudice di Pace.
139.800 euro l’anno per i locali dell’ex Banca d’Italia, sede provvisoria del municipio.
57.934 euro l’anno per gli uffici del Centro per l’impiego dislocati all’interno del complesso commerciale del Theate center.
66.404 euro l’anno per l’affitto dei locali di via Galiani, nel rione Santa Maria, dove trova posto l’archivio della Procura
 24.955 euro l’anno per l’affitto dell’appartamento che accoglie la scuola materna di via Valera.
 66.369 euro l’anno per la scuola materna del Theate center.
30.529 euro l’anno per un locale che ospita l’archivio del Tribunale.
14.331ro l’anno per la sala consiliare dell’ente,ex Upim
14.331 euro l’anno per un locale in via Arniense,che ospita un altro archivio della Procura.
652 euro l’anno per l’affitto del centro sociale di via Pescasseroli 
 
 “Per questo – continua Di Ciano – chiediamo al sindaco e alla giunta se intende nell’immediato, sulla scorta del virtuoso esempio di Bolzano che dimostra la piena applicabilità di questa norma e in vista dell’imminente scadenza dei tempi di preavviso necessari, operare una severa analisi delle locazioni passive in corso, per quanto di loro rispettiva competenza, al fine di sfruttare il provvedimento sugli “Affitti d’oro” per ottenere un taglio radicale della spesa improduttiva, per poi recedere e, in seconda istanza, rinegoziare in virtù del potere contrattuale derivante dal diritto di recesso, i canoni d’affitto elencati in precedenza, arrivando ad una loro sostanziale riduzione. Voi che dite, approfitteranno di questa reale possibilità di risparmio?”.
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