Chieti. “Ho appreso dai media del voto espresso dal Consiglio Regionale d’Abruzzo che, nella seduta di ieri, ha deliberato il commissariamento del consorzio di bonifica Sud con sede a Vasto”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Ho letto le dichiarazioni del capogruppo del Pd in Consiglio Regionale, Camillo D’Alessandro, e della replica dell’assessore all’Agricoltura Mauro Febbo che, mio malgrado, chiama me in causa su presunte ‘delucidazioni’ io debba al mio omologo in regione circa le risultanti dei lavori della commissione consiliare tenutasi allo scopo in provincia lo scorso 20 gennaio. E’ un vecchio e consolidato stile quello messo in campo dall’assessore Febbo il chiamare le correità altrui per mascherare le proprie responsabilità o autodeclinarsi da formali e stringenti inviti come quello votato ieri dal Consiglio Regionale di commissariare il consorzio di bonifica Sud mandando a casa il suo protetto Fabrizio Marchetti. Lo dico e lo affermo perché i deliberati delle assisi, tutti i deliberati, vanno attuati e rispettati perchè è il Consiglio che rispecchia l’intera volontà popolare non certo l’esecutivo che è solo organo di governo. Non è di mia diretta conoscenza le ragioni ed i contenuti della mozione presentata dal consigliere Franco Caramanico poi approvato dall’assise ma ritengo giusto e doveroso che, non dargli seguito, sarebbe un gravissimo atto d’irriverenza. Nel merito delle affermazioni fatte dall’assessore Febbo, circa la volontà di non dar seguito a quanto deliberato dal Consiglio Regionale, mi preme solo sottolineare che i ‘meriti’ che accampa a favore dell’amministrazione presieduta dal ‘suo’ Fabrizio Marchetti & company sono tardivi rispetto ad una tempistica che avrebbe dovuto avere prima che finisse naturalmente la legislatura regionale (15 dicembre 2013) ormai in regime di sola prorogatio, che la chiarezza che lui sollecita sulle gestioni passate quanto su quella corrente è già oggetto di attenzione della corte dei conti e della procura della repubblica in virtù dei numerosi ricorsi avanzati da più parti. Concordo con lui per il sol fatto che bisognerebbe usare un linguaggio più prudente,in ragione delle oggettive difficoltà l’ente consortile si trova a vivere, ma che potrebbero tranquillamente avere più attori nello gestire questa fase delicata se solo tornasse un amministrazione democraticamente eletta e rappresentativa dell’intera utenza consortile. Per fare ciò deve finire il periodo di commissariamento della politica oggi in atto”.