Chieti. “Il Comune di Chieti potrebbe essere chiamato a risarcire le ditte proponenti, la realizzazioni di nuovi insediamenti commerciali nell’area di Megalo’, qualora dovesse ritirare i permessi a costruire gia’ rilasciati in virtu’ dei precedenti pareri positivi dell’autorita’di bacino, genio civile e tutte le altre autorita’ competenti”.
Lo afferma in una nota il consigliere comunale del Pd di Chieit, Enrico Iacobitti, che aggiunge: “Tutta l’area sulla quale insiste il centro commerciale Megalo’ e sulla quale si vorrebbero realizzare i cd Megalo’ 2/3 e’ certamente a grave rischio idrogeologico, ma la competenza sull’attuazione dei Prusst e’ esclusiva dell’amministrazione Regionale, gli enti locali, come il comune di Chieti, non possono fare altro che adempiere alle funzioni stabilite dalla legge. Per questo, non si puo’ chiedere all’amministrazione comunale di ritirare i permessi a costruire senza adeguata motivazione amministrativa e copertura giuridica. Sono personalmente contrario alla realizzazione di nuovi centri commerciali indipendentemente dalla sicurezza dei luoghi che dovrebbe esserne il presupposto, tuttavia ebbene porre attenzione agli accadimenti ultimi che potrebbero comportare anche una eventuale condanna dell’ente con pesanti conseguenze per i cittadini. Il balletto di dichiarazioni tra i responsabili dell’AdB e Di Primio e’ sconcertante perche’ appare come un gioco di finzioni sceniche senza che esista alcun reale atto giurico significativo per l’amministrazione comunale di Chieti. Infatti, l’ordinanza del Genio Civile che blocca i lavori di Megalo’ 2 e’ completa e solo dopo che siano decorsi i termini per ricorrere da parte della ditta proponente ovvero dopo il relativo giudizio, l’amministrazione comunale potra’ assumere eventuali decisioni, fondate su un pronunciamento. Peraltro la vicenda e’ in evidente contraddizione con il caso recente della societa’ Akka, proponente la realizzazione del cd insediamento di Megalo’ 3, perche’ il sindaco Di Primio ha deciso di affiancare e supportare la stessa ditta, con la formale costituzione del Comune di Chieti, nel giudizio promosso da quest’ultima innanzi il Tar per l’annullamento del diniego della Regione Abruzzo. Si tratta dell’ulteriore prova della poca chiarezza e trasparenza amministrativa di sindaco, giunta e maggioranza di centrodestra”.