Chieti. “Nella seduta consiliare di ieri l’assise ha riconosciuto molte voci con la formula del ricorso al “debito fuori bilancio”. Tante voci debitorie sono relative a sentenze esecutive, anche di primo grado, verso la quale si potrà produrre appello alle istanze superiori ma nel frattempo si paga comunque”.
Così in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico, che aggiunge: “Dalla disamina saltano all’occhio alcune brevi considerazioni: nel complesso dei debiti tanti sono riferibili alla corrente amministrazione di centrodestra a guida Udc con Di Giuseppantonio presidente; tra questi emergono alcuni consistenti come la liquidazione di circa 68.000 euro ad un ex dipendente, oggi in pensione, per la scellerata scelta di non riconoscergli la mansione dirigenziale nella biblioteca ‘De Meis’ (2010); il Codemm di Atessa e la fondazione ‘Tiboni’ di Pescara la cui partecipazione della provincia è sempre bordelyne anche in ragione degli sviluppi della normativa sugli Enti Locali che, per le province in particolare, vede fortemente ridotte funzioni e partecipazioni; diverse sentenze esecutive per ragioni più disparate sono avvenute nel periodo dell’ amministrazione Di Giuseppantonio. E’ il chiaro segno che, anche quest’amministrazione di ‘presunti superman’ ha avuto limiti e debolezze umane come chi li ha precedute tanto che, il macchinista, risulta aver controllato poco il mezzo che ha guidato. Tutto ciò nonostante abbia sempre dichiarato di aver ‘…ben oliato il sistema’! Un dato di rilievo è stato il rinvio della decisione sul contributo straordinario di quasi 100.000 euro per l’Ente Fiera di Lanciano; su nostra insistenza, come di tanti consiglieri di maggioranza, il punto è stato rinviato al prossimo consiglio già convocato per il 23 dicembre. La ragione: comprendere sino in fondo strategie e futuro dell’Ente Fiera dopo le pubbliche polemiche tra gli assessori Mauro Petrucci ed Eugenio Caporrella che hanno assunto posizioni diametralmente opposte dopo la recente approvazione del nuovo statuto. Siamo al volgere finale di questa consiliatura ed il futuro è avvolto nella nebbia più assoluta ma questa passerà alla storia per i tanti annunci vittimistici, per il totale immobilismo nell’agire nel territorio e per aver perso tante sfide politiche ed istituzionali ove non andava speso un becco di un quattrino ma solo l’esercizio di un autorevolezza politica che è vistosamente mancata. Tutto ciò quando tanti perpetuano il dire che ‘…le province saranno cancellate” senza poi avere chiaro cosa accadrà dopo, come verranno distribuite le funzioni ed i servizi, in quale tempo e con quali reali e concreti risparmi per la finanza pubblica, perché si cancelli solo questo livello istituzionale dove la gente è eletta democraticamente dai cittadini, perché non si proceda contestualmente ad una razionalizzazione di tutti i livelli istituzionali ad iniziare là dove sono palesi e concreti costi e privilegi producendo una legge elettorale nazionale che riconsegni il diritto di scelta in capo al cittadino elettore. Sarebbe giusto dare un ulteriore opportunità di riscatto e protagonismo al territorio ed ai suoi eletti”.