Chieti. “Il prossimo consiglio comunale di Chieti che uscirà dalle urne del 2015 (se l’attuale amministrazione riuscirà a portare a termine la consiliatura) potrebbe finalmente parlare al femminile. Non sarà sfuggito agli attenti osservatori della politica locale che nelle ultime votazioni solo due donne sono state elette ed a oggi, sui 40 consiglieri che siedono a palazzo d’Achille, la sola Carla di Biase è delegata a rappresentare il mondo femminile”.
Lo ha ribadito la responsabile giovanile di Giustizia Sociale, Serena Tacconelli, definendola “una situazione paradossale che, da una ricerca effettuata fra le città capoluogo di provincia, riguarda solo Chieti. Eppure sono tante le donne preparate con una o più lauree e forse anche con qualche master internazionale, che hanno voglia di impegnarsi nella gestione della cosa pubblica e l’adesione di 43 donne al “Corso per Futuri Politici ed Amministratori Pubblici”, organizzato da Giustizia Sociale, ne è la testimonianza più concreta. La possibilità di far sentire la loro voce ed il loro valore viene ora facilitata dalla legge n. 215 del 2012 che, tesa a promuovere il riequilibro delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali, modifica la legge elettorale ed introduce la doppia preferenza. L’elettore teatino potrà quindi esprimere due preferenze purché riguardanti candidati di sesso diverso. Un’occasione davvero unica che segna il passo per un cambiamento importante nel modo di vivere e di considerare la politica in Italia. I dati ufficiali delle elezioni del 2013 a livello nazionale hanno già decretato il successo di questo provvedimento. Numerose e contrastanti sono state in realtà le reazioni che la legge ha suscitato per la prevalenza del suo carattere discriminatorio per alcuni e virtuoso per altri. Se infatti è indubbio che ci vogliono ben altri interventi per aggiustare quegli squilibri che impediscono alle donne di vivere alla pari degli uomini la loro vita di cittadine e di amministratrici, bisogna ammettere che la doppia preferenza di genere rappresenta oggi lo strumento fondamentale per realizzare quel cambiamento che la società e le donne si aspettano, concretizzando il loro desiderio di partecipazione e di intervento. Una rivoluzione che certamente prescinde dal riconoscere il valore di un candidato politico e la sua probabilità di essere votato ed eletto dal suo genere ma che racconta il risultato di un lungo e tenace percorso che le donne hanno fatto, dentro e fuori dai partiti, dentro e fuori dai palazzi di potere, in Italia così come in Europa. Al di là di considerazioni meramente femministe, che non ci riguardano, bisogna comunque prendere atto che sono state tantissime quelle che hanno aperto la strada ad un cambiamento radicale, anche nella politica, facendo sentire la loro voce che è quella di tutte. Per una città come Chieti notoriamente sbilanciata dal punto di vista istituzionale verso il mondo maschile, sarebbe una vera novità se si potesse cominciare – conclude Serena Tacconelli – a parlare nel futuro immediato di un nuovo modo di fare politica colorato di rosa”.