Chieti. Nella Commissione Consiliare della Provincia di Chieti di ieri è stata esaminata la bozza del “piano triennale di contenimento” della specie cinghiale. Il programma è diviso in due parti: una emergenziale ed una più duratura.
La prima verte sugli abbattimenti selettivi che partirà subito e sarà adottato come atto d’urgenza dalla giunta; la seconda contempla interventi più ampi, duraturi e plurali, verrà approvato dal Consiglio dopo una disamina più dettagliata ed approfondita e le necessarie audizioni degli Atc, associazioni venatorie ed agricole. Nell’attuazione della parte emergenziale l’accesso alle aree di riserva ed oasi regionali potrà avvenire solo dopo motivata ordinanza dei sindaco del luogo.
“Il Pd e l’intero centrosinistra – spiega il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Provinciale a Chieti, Camillo D’Amico – hanno espresso apprezzamento per i buoni contenuti del documento base redatto dal servizio Caccia e Pesca della provincia, hanno preteso ed ottenuto lo stralcio della parte relativa all’emergenza rinviando quella della più lunga ed articolata pianificazione. Abbiamo lamentato e verbalizzato il fatto che, dopo quattro lunghi anni a non aver agito rispetto ad un problema che è diventato sempre più serio e sentito non solo tra gli operatori agricoli ma anche tra i cittadini tutti a causa dell’esponenziale numero è presente nel territorio, l’amministrazione s’è mossa solo sulla spinta emotiva derivante dal crescente danno alle produzioni, dai frequenti incidenti automobilistici, dalla sempre più forte preoccupazione derivante per l’incolumità delle persone. Questi anni di silenzio ed immobilismo hanno fatto della provincia di Chieti, in Abruzzo, la ‘cenerentola’ nel senso che altre hanno agito e la nostra no; tutto ciò ha permesso il crescente fenomeno del bracconaggio senza confini, di un mercato sempre florido ed illegale della carne che è sfuggito ad ogni genere di controllo sanitario ed al fisco”.